31 gennaio 2010

Over the Horizon Radar, le onde corte come sensori

Tra le applicazioni più interessanti - e sicuramente non obsolete - delle radioemissioni in alte frequenze (HF) c'è tutta la problematica del rilevamento radar a distanze superiori rispetto all'orizzonte ottico e dello studio della ionosfera e della propagazione con tecniche di "sounding". Le onde corte in questo caso non servono per comunicare tra due punti: tutto si basa sulla "autoricezione" di un segnale che parte da un punto A e ritorna al punto A sottoforma di eco. La natura e l'intensità di questa eco fornisce delle informazioni sull'oggetto (per esempio un aereo nel caso del radar) o un fenomeno fisico (per esempio uno strato ionosferico).


Lo spunto per queste brevi riflessioni viene dall'immagine di un spettrogramma catturato da un ricevitore SDR (l'SDR-IQ della RFSpace) nelle frequenze della banda radioamatoriale dei 20 metri. Tra le righe verticali corrispondenti ai vari segnali ricevuti nel corso del tempo con il software SpectraVue, si distingue un sottile tratto sghembo in orizzontale. Un frequentatore della mailing list UDXF, dedicata al monitoraggio dei segnali non broadcast civili o militari che siano, si chiede se questa traccia provenga da un radar "over the orizon" o se viceversa si tratti del tipico segnale di una ionosonda, lanciato per analizzarne l'eco su un'ampia finestra di frequenze. In questo caso la risposta giusta è la seconda: la riga che si può vedere è il "chirping" il cinguettio di una ionosonda, che secondo un altro iscritto a UDXF ha un andamento di 100 kHz al secondo tra 2 e 30 MHz (in 280 secondi il segnale passa da 2 a 30 MHz). Un approfondimento sui "chirp sounder" ionosferici e la strumentazione per ricerli si trova su questa pagina del ricchissimo sito di Brooke Clarke. In essa trovate i dettagli anche storici dei "chirp sounder receivers" creati per il monitoraggio di questi segnali. Altri dettagli aggiornati si trovano per esempio sul sito della TCI, un fornitore di apparati di avionica e SIGINT. Va da sé che oggi applicazioni HF di questo tipo si studiano anche con il software del DSP.
Insieme ai segnali delle radiosonde nello spettro delle onde corte - che oltre alle antenne del progetto HAARP comprendono anche quelle dell'analogo esperimento SuperDARN (Super Dual Auroral Radar Network della Johns Hopkins University) si possono ancora ascoltare le "spazzolate" di diversi impianti radar over the orizon in funzione in diverse località del mondo. In chi ascolta emittenti broadcast da lunga data il ricordo va subito alla anni della guerra fredda quando i sovietici avevano inserito nei loro sistemi di sorveglianza antimissilistica dei radar HF come il celeberrimo "woodpecker", il picchio (un nomignolo causato dal suo caratteristico suono martellante). Sul sito "Englishrussia.com" si trovano spettacolari immagini delle antenne del radar OTH attivo una trentina d'anni fa nei pressi di Chernobyl Ma se oggi volessimo ascoltare uno di questi radar non dovremmo fare molta strada. Ce n'è uno in Francia, a Dreux, gestito da ONERA, una compagnia aerospaziale, e chiamato nientepopodimeno che Radar Nostradamus. Anche a Jindalee, in Australia, esiste un analogo trasmettitore. Altri radar OTH sono attivi nella base britannica di Akrotiri, a Cipro, ma ne vengono segnalati anche in Cina (il "firedragon"), o in Spagna, in Iran. I più interessati a monitorarne le attività sono proprio i radioamatori, le cui bande risultano a volte pesantemente interferite.
Una terza categoria di radar HF con emissioni ad ampio spettro ("sweeper") è quella utilizzata per i rilevamenti oceanografici. Il sito Web di CODAR, una società specializzata in apparecchiature destinate a questa classe di ricerche, contiene anche una breve scheda con la storia delle sonde HF costiere utilizzate per misurare l'andamento delle correnti marine e del moto ondoso. I primi a sperimentare questa tecnologia sono stati il DARPA e la NOAA, con la collaborazione della Stanford University e dello Scripps Institution of Oceanography di San Diego. Questa è la scheda di un recente manuale dell'editore Springer, Land-Based Over-the-Horizon Radar Techniques for Monitoring the North-East Atlantic Coastal Zone.
Incuriositi da queste notizie? La newsletter dallo IARU, l'associazione internazionale dei radioamatori, ha raccolto una breve antologia di campioni audio dei maggiori radard over the horizon, la trovate su questa pagina. Ma persino una band elettronica scozzese, i Board of Canada, si sono fatti prendere dalla suggestione dell'argomento e nel 2002 hanno pubblicato un album intitolato Over the Horizon Radar.

Ecco invece qui di seguito tre videate appena confezionate con Perseus da Fabrizio Magrone. Le prime due sono radar OTH (uno intersecato da una ionosonda), la terza contiene il tracciato di un'altra ionosonda:


















Al via la 2a edizione dello European Podcast Award

Ricevo dai responsabili italiani dello European Podcast Award questo comunicato che pubblico molto volentieri.

Al via l'European Podcast Award 2.0

L'unico concorso diffuso in tutta Europa, che premia gli audio-podcast più amati e professionali, è alla seconda edizione. Durante lo "European Podcast Award" i produttori e gli amanti del podcast possono proporre e votare i loro candidati sul sito www.european-podcast-award.eu. Il portale accetta proposte per le candidature fino al 15 marzo 2010. Olympus Audio Systems rimane lo sponsor esclusivo e sostiene l'iniziativa European Podcast Award anche per l'anno 2010.
Lo scorso anno sono stati selezionati più di 750 audio-podcast provenienti da tutta Europa. Undici Paesi europei (Italia, Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Francia, Spagna, Olanda, Repubblica Ceca, Danimarca e Polonia) prendono parte alla seconda edizione dell'European Podcast Award, forte di una esperta giuria redazionale a livello nazionale. Informazioni più dettagliate sono disponibili nel blog EPA alla pagina http://blog.european-podcast-award.eu/
Nel mese di maggio 2010 saranno 44 i vincitori nazionali per le categorie "Personality", "Non Profit", "Business" e "Professional". Da questa rosa di candidati saranno selezionati i quattro "European Podcasts of the Year" e un "European Podcast Excellence Award".
Anche quest'anno l'ambito primo premio è il nuovo registratore audio portatile Olympus LS-11, incluso il software di produzione musicale Cubase 4 LE di Steinberg.

Iniziativa European Podcast Award
L'iniziativa "European Podcast Award" è un progetto europeo che intende promuovere il pensiero europeo e la molteplicità delle culture. L'iniziativa EPA è stata lanciata nel dicembre 2007 ad Amburgo, in Germania.



30 gennaio 2010

Chiude la radio di Marconi, la più vecchia del Canada

Ormai prossime a un irreversibile tramonto, oggi le stazioni a onde medie canadesi abbandonano a frotte la storica gamma di frequenze. Eppure non è una semplice stazione di musica leggera in onde medie ma un vero pezzo di storia della radio quello che ha chiuso i battenti il 29 gennaio a Montreal insieme a Info690, la consorella informativa anche lei appartenente al gruppo Corus Entertainment. Attraverso i suoi diversi passaggi di proprietà e sigle identificative AM940 CINW era la prima stazione radiofonica commerciale del Canada, aperta nel 1919 con la sigla XWA, Experimental Wireless Apparatus, dalla Marconi Wireless Telegraph Company of Canada, sussidiaria della Marconi britannica, che aveva acquisito i brevetti dell'inventore della radiofonia Reginald Fessenden. Un anno dopo, nel 1920, la stazione acquisirà il nuovo "call", CFCF. Il DXer scozzese Paul Crankshow ha immortalato il momento del definitivo sign-off alla mezzanotte UTC di sabato, quando alle 00.02 CINW spegne il nastro registrato che nelle ore precedenti aveva annunciato la chiusura.
Il gruppo Corus nel comunicato stampa spiega, attraverso il vicepresidente Mario Cecchini (è sua la voce che potete ascoltare nel nastro), che le due stazioni, su 690 e 940 kHz hanno accumulato troppe perdite finanziarie. Per Info690 il danno è "limitato" a un gruppo di giornalisti e a un tecnico che non riavranno il loro lavoro, il resto passerà tutto su FM. Per i Greatest Hits di CINW non c'è stato niente da fare, le perdite sono troppo consistenti per tenere in piedi una radio vecchia di 91 anni. Anche se il gruppo Facebook che raccoglie le firme per la riapertura delle due stazioni vanta già oltre trecento iscritti è difficile pensare che qualcuno si faccia carico delle licenze rimesse al regolatore canadese anche se c'è chi ipotizza (leggete il blog di Steve Faguy, collaboratore del quotidiano Gazette citato più in basso, mentre cliccando sull'immagine di apertura arrivate a una pagina di Radio Canada con il servizio del telegiornale) una possibilità del genere.
Fin des opérations à Info690 AM Montréal et au AM940 Montreal's Greatest Hits

MONTRÉAL, le 29 janv. /CNW Telbec/ - Corus Entertainment a annoncé aujourd'hui qu'elle mettra fin aux opérations de ces stations AM Info690 Montréal et AM940 Montreal's Greatest Hits, le 29 janvier, à 19 h.
Indépendamment du dévouement et de la qualité du travail réalisé par les employés, les stations Info690 et AM940 connaissent des pertes financières importantes. Dans le contexte économique actuel, et malgré le fait que Corus Québec et ses employés aient investi temps et énergie pour relancer ces antennes, il est clair que les stations Info690 et AM940 ne sont pas viables.
Cette décision affectera dix postes dont huit liés aux activités d'Info690 : trois postes de journaliste, deux postes de reporter à la circulation et trois postes aux opérations. Au AM940 Montreal's Greatest Hits, un poste d'animation et un poste de technicien seront touchés.
Il est important de souligner que la salle des nouvelles d'Info690 Montréal, connue sous le nom de Corus Nouvelles, poursuivra ses activités au sein du 98,5 FM Montréal. Comme d'habitude, Corus Nouvelles continuera d'alimenter, en contenu nouvelle, l'ensemble du réseau Corus Québec et ses clients. La majorité des postes de journaliste, cinq des huit postes et trois des cinq postes de reporter à la circulation, seront maintenus.
"Nous avons investi beaucoup dans le développement de formats et de contenus pour relancer, à tous les niveaux, ces deux antennes. Mais après des années d'efforts, nous constatons que les résultats ne sont pas au rendez-vous. Nous tenons à remercier les employés qui sont touchés par cette décision pour leur excellent travail. Nous remercions également les annonceurs et les auditeurs d'Info690 Montréal et du AM940 Montreal's Greatest Hits pour leur fidélité", de déclarer Mario Cecchini, vice-président Corus Québec.
Les licences d'exploitation de ces deux stations AM seront retournées au CRTC. Rappelons que Corus Québec emploie 466 personnes au Québec.

À propos de Corus Québec

Partie intégrante de Corus Entertainment inc., Corus Québec est le plus important radiodiffuseur privé de contenu et d'information au Québec. Il rejoint au-delà de 4,5 millions d'auditeurs par semaine et exploite les stations 96,9 CKOI Montréal, 102,1 CKOI Québec, 104,5 CKOI Estrie, 98,5 FM Montréal, CKAC Sports Montréal, 92,5 The Q Montréal, 103,9 CIME FM Laurentides ainsi que le réseau Souvenirs Garantis avec les stations 102,9 FM Québec, 107,7 FM Estrie, 98,3 FM Saguenay, 104,7 FM Outaouais et 106,9 FM Mauricie. Les sites Web représentés par Corus Québec joignent chaque mois plus de 525 000 internautes francophones et 3 millions d'internautes anglophones au Canada, selon comScore Media Metrix.

***

Corus pulls plug on radio stations

AM940, the first broadcaster in Canada, and AM Info690 weren't making money

BY MIKE KING, JASON MAGDER CONTRIBUTED TO THIS REPORT, THE GAZETTE JANUARY 30, 2010


Canada's first radio station fell silent last night, as Canadian media and entertainment empire Corus Entertainment Inc. pulled the plug on two Montreal AM radio stations.
AM Info690 Montréal and AM940 Montreal's Greatest Hits went off the air at 7 p.m. - both deemed unprofitable, particularly in the current economic climate. AM940 is a direct descendent of Canada's first radio station, CFCF, originally at the 600 dial on the AM band. In 1919, the Canadian Marconi Co. launched XWA (Experimental Wireless Apparatus) in Montreal and it became the first commercial broadcast radio station in Canada. The name was switched to CFCF in November 1920.
The stations were pulled off at 7:02 p.m., cutting off a recording that had been running since all programming stopped about 10 a.m. The recordings, which were made by the general managers of the respective stations, thanked listeners, and advertisers, and explained it was a difficult decision to close the stations. "We put tremendous effort into trying to find the right format and content to grow our audience base and operate profitably, but after years of effort, it is clear these AM stations are not viable," Mario Cecchini, vice-president of subsidiary Corus Québec, said in a prepared statement. "We would like to thank the employees affected by this decision for their hard work," he added. "We would also like to acknowledge the support of listeners and advertising clients of Info690 Montréal and AM940 Montreal's Greatest Hits."
Brian Kenemy, a former vice-president of Corus Québec's English radio holdings, said in an interview that he thinks Corus "did its best to hang on as long as they could looking for affordable formats." But with most money directed toward FM programming, Kenemy suggested that the public company found it too difficult to continue supporting the struggling stations.
Bourget MNA Maka Kotto, Parti Québécois culture and communications critic, argued the closing of Info690 "is not good news, because it sounds the death knell of another Francophone newsroom in Montreal and further undermines the media in Quebec."
The decision to cease operations affects eight jobs at Info690 - three journalists, two traffic reporters and three operations positions - but five of those positions are to be retained. The Info690 Montréal newsroom, known as CorusNouvelles, will continue its activities as part of 98.5 FM Montréal. Cecchini said CorusNouvelles will continue to invest in providing news content to the entire Corus Québec network of a dozen stations that reaches 4.5 million listeners weekly.
Two jobs, an on-air host and a technician, are affected at AM940 - which switched from all news to all music in 2008. The operating licences for the closed stations will be returned to the Canadian Radio-television and Telecommunications Commission.


Ad Amburgo c'è una stazione; in onde corte

Molto stimolante l'articolo che Thomas Völkner ha pubblicato su Radio World Online a proposito dell'esperienza di Hamburger Lokal Radio e Radio 700. Entrambe le stazioni, a carattere comunitario, utilizzano le onde corte a bassa potenza, oltre alla modulazione di frequenza tradizionale, per coprire i loro bacini di utenza. Radio 700 ha una autorizzazione federale per utilizzare i 6005 kHz un tempo occupati da RIAS Berlin, la stazione creata dagli americani nel loro settore della Berlino liberata.
E' un fenomeno per marginali nostalgici o può diventare un modello anche in altre nazioni? Volendo essere cinici e realistici, è difficile pensare a una diffusione su larga scala di questo tipo di stazioni. Ma pensiamola per una volta in una chiave non industriale, bensì utilitaristica, ad hoc. Ci sono in Europa e nel mondo numerose realtà urbanizzate che potrebbero mettere a frutto un medium diffusivo come questo, offrendo spazi a istituzioni pubbliche e associazioni private che non troverebbero mai posto nello spettro delle radiofrequenze più convenzionali. In una banda come quella dei 49 metri delle HF potrebbero trovare posto voci del tutto tagliate fuori dai meccanismi regolamentari classici - sempre ovviamente che le voci in questioni vogliano perseguire, per farsi sentire, un approccio diffusivo "broadcast". Con tutta probabilità il costo di avviamento e mantenimento di una stazione radio HF non sarebbe competitivo con uno stream su Web. Ma offrirebbe parecchi vantaggi in termini di fruibilità. A me vengono in mente le diverse comunità straniere di Milano e contemporaneamente penso al bassissimo costo di un moderno ricevitore radio tascabile di fabbricazione cinese: per determinate categorie di ascoltatori a basso reddito quale sarebbe la soluzione più semplice, il Web o le onde radio? Se la normativa facilitasse la creazione di una stazione a onde corte, con un occhio alle possibili evoluzioni verso le modulazioni digitali, non escluderei l'interesse da parte di singoli e organizzazioni nei confronti di una modalità le cui soglie di accessibilità e fattibilità sono davvero molto basse. Le onde corte sono un mezzo obsoleto, inutile farsi illusioni. Ma la voglia e la necessità di comunicare sono fortunatamente ancora in auge. Perché non esplorare, come hanno fatto ad Amburgo, certe finestre di opportunità?

Shortwave Gains Low-Power Interest
by Thomas Völkner, 01.29.2010

HAMBURG, Germany — Over the past two decades, governments in many countries have deregulated transmission services. Today, private enterprises own and operate even large shortwave sites once in the hands of postal and telecommunications authorities.
But it is not only the big power houses.
In Germany, an amateur radio operator bought transmitters, an antenna plant and other equipment from the police and the armed forces, leased a large part of a former utility radio site and is now offering low-power analog transmission services to a certain range of radio stations.
Hamburger Lokalradio (HLR) is one of currently two stations using a small-scale, low-power shortwave service.
Active on FM for 11 years with a mix of high-quality speech programs and specialized music shows, this non-commercial station has repeatedly reached out to listeners beyond the Hamburg city borders. Besides working together with other FM stations and public-access channels in the neighboring state of Schleswig-Holstein, HLR rents airtime on a high-power shortwave transmitter from TDF Group subsidiary Media Broadcast and has a weekly slot on WRN Deutsch, the German language service operated by the London-based transmission-services provider WRN.
Why an international branch for a station that brands itself as “local radio”? “We are licensed as a nationwide special-interest broadcaster focusing on cultural topics,” said HLR Editor-in-Chief Michael Kittner. “This means we can have our programs aired all across Germany and even abroad. Of course, as a Hamburg-based station, our main emphasis is on our own city.”

Traveling without a visa

But why using shortwave, especially at a time when Germany’s own international radio, Deutsche Welle, is reducing its output on the analog HF bands? “Well, for me, listening to programs on shortwave is like traveling without a visa,” said Kittner. In his experience — both as a radio host receiving feedback from listeners and as a listener himself — shortwave listening is signified by a higher attention to the content, compared to FM. “This is why we particularly relay our speech-based programs internationally.”
One may add, the station’s claim “Total lokal und weltoffen” (completely local as well as open to the world) gains a special meaning from the international distribution.
In December 2009, HLR started conducting test transmissions on the newly acquired frequency of 5980 kHz with a power of just 1 kW. The tests are usually two hours per day in duration, going up to six hours per day over the Christmas period.
They consist of shows from the station’s archives, plus a cross-section of current productions. The entire content is re-edited, given a new set of continuity announcements for an international audience and then fed via the Internet to the transmitter site. That site is located roughly 400 kilometers (about 250 miles) away in Kall, a small village in the rural Eifel area of Nordrhein-Westfalen. It was once used as a regional police compound, complete with various buildings, underground bunkers and an antenna field.
Avid amateur radio operator and HF engineer Burkhard Baumgartner realized the potentials of the site and managed to lease the transmitter bunker as well as the aerial masts and other equipment. With the help of two friends, he refurbished a handful of SK1 transmitters, constructed in the 1960s and ’70s by Rohde & Schwarz, with a power of up to 20 kW.
Baumgartner’s basic aim is to preserve the knowledge about analog broadcasting equipment for the future generations of HF engineers. “Of course all transmitters with accessories are in a fully operational condition and are used in a professional manner day after day,” he said.
At first, it was just Baumgartner himself who used the equipment for amateur radio purposes. However, two years ago he entered a new stage as a non-commercial service provider for Radio 700, a broadcaster from the nearby city of Euskirchen — a station that was fully licensed but lacking a proper FM frequency.
The station applied for permission to use 6005 kHz in the 49-meter band, the frequency used until 2007 by RIAS Berlin and its successor Deutschlandradio. After completing a full metrological check, the German federal frequency regulatory body, or Bundesnetzagentur, issued a shortwave license to Radio 700.
The station started its service in April 2008. It can be heard in many parts of Germany and in neighboring countries. “We usually experience a dead zone of 100 to 200 kilometers [about 60–120 miles] around Kall,” said Baumgartner. “But conditions and signals on neighboring frequencies permitting, people can pick up the our signal within several hundred of kilometers distance.”
Lots of listeners’ replies arrived from Scandinavia and Eastern Europe, and it is expected that Hamburger Lokalradio will reach a similar target area. It is still to be seen from the feedback as well as own observations how many hours per day HLR will be on the air after the test period.
Still, there are even more new projects pending for Michael Kittner and his colleagues. In early 2010, they plan to launch a daily six-hour loop of cultural programs on a digital cable channel in Hamburg. A new streaming audio solution for the station’s Web site is also in the pipeline, “And then let’s see if we get the chance to transmit on DVB-T as well,” Kittner said.
Thomas Völkner is a Berlin-based freelance writer and radio producer. Before he was editor-in-chief at Radioropa Hörbuch and presentation manager at WRN.

29 gennaio 2010

Ionosfera e terremoti: teorie cospirazioniste su Haïti


I cospirazionisti americani del programma radiofonico The Power Hour - diffuso tra l'altro sulle onde corte da WWCR - sono convinti che quello di Haïti non sia un "vero" terremoto. O meglio sono praticamente certi (ma del resto guardando su YouTube i cospirazionisti - e molto spesso neonazisti - americani sono del tutto certi che Barack Obama e Osama bin Laden siano la stessa persona) che il terremoto non sia naturale bensì artificiale. L'arma utilizzata per scatenare il sisma del settimo grado che ha devastato Port-au-Prince si troverebbe nella lontana Alaska e sarebbe il famigerato impianto dell'HAARP, la struttura della Difesa USA che studia i fenomeni ionosferici e come indurre nella stessa ionosfera variazioni che possano servire per particolari applicazioni nel campo delle telecomunicazioni.
La "prova" del coinvolgimento dell'HAARP si troverebbe direttamente sul sito Web del laboratorio e precisamente nell'archivio che raccoglie gli spettrogrammi rilevati ogni giorno nella porzione compresa tra 1 e 30 MHz. Lo spettrogramma dell'11 gennaio, tre giorni prima del sisma di Haiti, mostra un "sospetto" buco di due ore, tra l'1 e le 3 di notte. Secondo The Power Hour questo vuoto dimostra che in quelle ore l'HAARP stava sparando fasci di radiofrequenza nella ionosfera per scatenare il terremoto di Haïti attraverso un meccanismo "piezoelettrico inverso". In pratica la ionosfera sarebbe stata caricata elettricamente per far spostare le zolle tettoniche nel sottosuolo di Hispaniola. L'effetto viene chiamato piezoelettrico inverso perché è specularmente opposto a quello della carica elettrica generata dallo spostamento meccanico di due lamine di cristallo in un accendigas. E' stato ipotizzato che il fanomeno dei precursori in radiofrequenza dei terremoti derivino proprio da questo, dai segnali radio associati alle scariche generate dalla terra che si muove. L'effetto inverso non mi sembra altrettanto facile da spiegare e soprattutto da controllare fino al punto di rendere possibile l'impiego di campi elettromagnetici "sparati" verso la ionosfera come cannoni ad alta precisione. Ma basta guardare su Internet, deposito di ogni sorta di teoria strampalata, per sapere che anche lo tsunami asiatico di cinque anni fa era stato provocato dagli americani nello stesso modo. Scusatemi, non ero aggiornato.
Quale che sia il vostro parere sul sito di The Power Hour trovate abbondandi "dimostrazioni", inclusi i link agli archivi sotto accusa. In particolare questo (selezionare la data dell'11 gennaio). La lista di riferimenti fa una certa impressione ma i documenti parlano semmai di come le perturbazioni possano servire per spiegare fenomeni al suolo, non viceversa.
[Un personale disclaimer: NON faccio parte di circoli cospirazionisti e non do alcun credito a teorie che considero del tutto assurde e strampalate. Pubblico storie di questo tipo come pure curiosità di stampo antropologico e invito i miei lettori ad applicare lo stesso scetticismo nei confronti delle loro presunte "basi scientifiche".]

HAARP has deleted its records from 2010-1-11

Daniel Solis 2010-01-23

A very unusual deletion can be observed in the archived data of HAARP instrument readings from the day before the Haiti earthquake. Perhaps it is a matter of time until it will get fixed with a simple copy-paste operation, but I have made screen shots of it). Set the date in "Chart Archives" below the today's graph to 2001/Jan/11 in the window below the graph and see for yourselves. It is the only instance of such an occurrence I have discovered by looking through other historical dates. Perhaps some other deletions have already been fixed, I can think of date like May 12th 2008 or December 26th 2004.

The graphs are here:
Spectrum Monitor Waterfall Chart
http://maestro.haarp.alaska.edu/cgi-bin/spectrum/getchart.cgi

HF Chart (1-30 Mhz)
http://maestro.haarp.alaska.edu/data/spectrum2/www/hf.html

VHF chart (100-200 MHz)
http://maestro.haarp.alaska.edu/data/spectrum2/www/vhf.html

NCDXF Beacons (14.1 MHz)
http://maestro.haarp.alaska.edu/data/spectrum2/www/beacon14.html

NCDXF Beacons (18.11 MHz)
http://maestro.haarp.alaska.edu/data/spectrum2/www/beacon18.html

Also check patents related to HAARP to understand the technology of reversed piezoelectric effect in which earth can tremble when energy is applied to ionosphere. Scientific references will be underlining this further in this post: The patents are from greater part owned by a LARGE defense contractor:
www.baesystems.com/Newsroom/NewsReleases/2003/press_28032003.html

- US Patent 4686605 - Method and apparatus for altering a region in the earth's atmosphere, ionosphere, and/or magnetosphere
www.patentstorm.us/patents/4686605/fulltext.html

- US Patent 4999637 - Creation of artificial ionization clouds above the earth www.patentstorm.us/patents/4999637/fulltext.html

- US Patent 4712155 - Method and apparatus for creating an artificial electron cyclotron heating region of plasma
www.patentstorm.us/patents/4712155/description.html

- US Patent 5777476 - Ground global tomography (CGT) using modulation of the ionospheric electrojets
www.patentstorm.us/patents/5777476/fulltext.html

- US Patent Application 20070238252 - Cosmic particle ignition of artificially ionized plasma patterns in the atmosphere
www.patentstorm.us/applications/20070238252/fulltext.html

US Patent 5068669 - Power beaming system
www.patentstorm.us/patents/5068669/fulltext.html

US Patent 5041834 - Artificial ionospheric mirror composed of a plasma layer which can be tilted
www.patentstorm.us/patents/5041834/description.html

Just lets remember the scenario 6 years ago:
Did New York Orchestrate The Asian Tsunami?
http://www.reformation.org/joevialls.html

and turn to some scientific backing:
Ionospheric Precursors of Earthquakes; Recent Advances in Theory and Practical Applications
http://tao.cgu.org.tw/pdf/v153p413.pdf

Theoretical Model of Possible Disturbances in the Nighttime Mid-Latitude Ionospheric D Region over an Area of Strong-Earthquake Preparation (Institute of Terrestrial Magnetism, Ionosphere, and Radio-Wave Propagation of the Russian Academy of Sciences)
http://www.springerlink.com/content/65gg2vnubm70ab52/

Relationship between microseisms, geomagnetic activity and ionospheric absorption of radio waves (Geophysical Institute, Czechosl. Acad. Sci., Prague)
http://www.springerlink.com/content/h520088165u58652/

MODELING OF THE ACOUSTO-ELECTROMAGNETIC METHOD FOR IONOSPHERE MONITORING (Karpenko Physico-Mechanical Institute of the National Academy of Sciences of Ukraine)
http://www.ursi.org/Proceedings/ProcGA05/pdf/EP.32%280275%29.pdf

And let us not forget that there is a functioning smoke screen cover up mechanism, as seen in the case of the Tromsø / Norway spiral which has been later ludicrously attributed to a russian Bulava missile test - which was taking place hundreds miles away:

http://www.dailymail.co.uk/news/worldnews/article-1234430/Mystery-s...

Data from HAARP style ionosphere heating facility EISCAT in Ramfjordmoen just over the mount Tromsdalstinden only dozens of miles away from Tromsø, during apparition of the spiral:

Daily plan for the 9th of December 2009 and the time frame:
http://www.eiscat.se/raw/schedule/comment.cgi?fileName=200912099145...

power consumption data of the facility:
http://dynamite.eiscat.uit.no/power_consumption/

particularly
http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:jHWE5DBXLDwV-M%3Ahttp://dynamite

EISCAT facility can be easily located on google maps or google earth, under 'EISCAT' Tromsø can be seen near by to the north. Its coordinates are:

69°39'07? N
018°57'12? E

Here is where the Russian missile was supposed to fly:

NAVTEX warning:

ZCZC FA79
031230 UTC DEC 09
COASTAL WARNING ARKHANGELSK 94
SOUTHERN PART WHITE SEA
1. ROCKET LAUNCHING 2300 07 DEC TO 0600 08 DEC
09 DEC 0200 TO 0900 10 DEC 0100 TO 0900 NAVIGATION PROHIBITED IN AREA
65-12.6N 036-37.0E 65-37.2N 036-26.0E 66-12.3N 037-19.0E 66-04.0N
037-47.0E 66-03.0N 038-38.0E 66-06.5N 038-55.0E 65-11.0N 037-28.0E
65-12.1N 036-49.5E THEN COASTAL LINE 65-12.2N 036-47.6E 2. CANCEL THIS
MESSAGE 101000 DEC= NNNN

If you put these coordinates to google earth you will see what I mean. This is how the public is being constantly misled on everything.

Audiradio ultimi mesi '09: torna in calo Radio RAI

Non si è ripetuta la tendenza al rialzo per l'ascolto delle reti radiofoniche pubbliche registrata nel quinto bimestre 2009 da Audiradio, che ha appena reso disponibili sul suo sito le tabelle del sesto e ultimo bimestre dell'anno (non ancora il consuntivo per il secondo semestre).
Il periodo novembre-dicembre, qui in migliaia di ascoltatori nel giorno medio, segna anche una piccola contrazione nel numero totale di ascoltatori della radio. Torna a perdere Radio 2 - e i dati si riferiscono a prima del cambiamento di palinsesto - e scende sotto quota due milioni di ascoltatori Radio 3, che supera di poco Radio 24 ma non riesce a stare al passo con il vistoso primato regionale di quest'ultima in Lombardia, dove l'emittente del Sole 24 Ore ha un pubblico più che doppio rispetto al canale culturale pubblico.
Il primo network privato continua a essere RTL 102.5, ma è seguito a ruota da DeeJay. Entrambi ormai vedono abbastanza vicine le spalle di Radio 1. L'appuntamento è tra due mesi per i primi rilevamenti dopo i mutamenti introdotti dai direttori Preziosi, Mucciante e Sinibaldi. RTL è staccata di soli 700 mila ascoltatori da Radio 1.








(base popolazione 53.483)

Il soul di Richard nella Chicago nera Anni '30

E' scomparso nel 2007 all'età di 101 anni e ora la University of Illinois Press gli dedica una biografia co-firmata dal docente universitario che lo ha intervistato. Richard Stamz , The Prince of Soul, non si è limitato a scrivere un pezzo di storia della musica soul con il suo leggendario programma "Open the door, Richard", dalle frequenze in onde medie di WGES di Chicago (oggi si chiama WGRB ed è una gospel station su 1390 kHz), ma con il suo attivismo in politica ha molto contribuito alla storia identitaria della comunità nera della sua città. Questo un breve clip con il necrologio di Richard curato da Chicago Public Radio

Give 'Em Soul Richard
Race, Radio, and Rhythm and Blues in Chicago
Author: Richard E. Stamz with Patrick A. Roberts
Foreword by Robert Pruter

An insightful account of a radio legend amid milestones of African American history

As either observer or participant, radio deejay and political activist Richard E. Stamz witnessed every significant period in the history of blues and jazz in the last century. From performing first-hand as a minstrel in the 1920s to broadcasting Negro League baseball games in a converted 1934 Chrysler to breaking into Chicago radio and activist politics and hosting his own television variety show, the remarkable story of his life also is a window into milestones of African American history throughout the twentieth century.
Dominating the airwaves with his radio show "Open the Door, Richard" on WGES in Chicago, Stamz cultivated friendships with countless music legends, including Willie Dixon, Sonny Boy Williamson, Little Walter, Howlin' Wolf, Memphis Slim, and Leonard Chess. The pioneering Chicago broadcaster and activist known as "The Crown Prince of Soul" died in 2007 at the age of 101, but not before he related the details of his life and career to college professor Patrick A. Roberts. Give 'Em Soul, Richard! surrounds Stamz's memories of race records, juke joints, and political action in Chicago's Englewood neighborhood with insights on the larger historical trends that were unfolding around him in radio and American history.
Narrated by Stamz, this entertaining and insightful chronicle includes commentary by Roberts as well as reflections on the unlikely friendship and collaboration between a black radio legend and a white academic that resulted in one of the few existing first-hand accounts of Chicago's post-war radio scene.

28 gennaio 2010

USA, la radio in calo tra i giovanissimi


Le analisi demografiche negli USA dimostrano che la radio perde visibilità tra i più giovani. L'ultimo studio + della Kaiser Family Foundation, secondo cui la generazione dell'MP3 dagli 8 ai 18 anni tende ad accantonare sempre di più radio e compact disc. La radio continua comunque a aggregare oltre il 20% del tempo dedicato alla musica e all'audio, seconda attività dopo la visione della Tv. Arbitron invece scopre che anche i giovanissimi ascoltano la radio, ma il tempo trascorso all'ascolto è in calo. E' abbastanza naturale che la concorrenza tra dispositivi e modalità di fruizione finisca per penalizzare i mezzi tradizionali. Resta da vedere che impatto avranno queste tendenze sui giovani quando saranno cresciuti. Oggi l'audience radiofonica è sicuramente più anziana di un tempo, ma il problema nascerà se non ci sarà ricambio, cioè se gli anziani del futuro manterranno la loro fedeltà nei confronti di mezzi non radiofonici.
Se vi interessano i dati della Kaiser Foundation li trovate su questa pagina.



MP3/iPod Ownerships Soars Among Teens, Radio Falls
Erik Sass, Jan 26, 2010

Over the last five years, the number of kids and young adults who own an iPod or MP3 player has more than quadrupled, according to a new study released Monday by the Kaiser Family Foundation. The proportion of people between the ages of eight and 18 who own one of these devices jumped from 18% in 2004 to 76% in 2009, representing an increase of 322%.
The average number of radio sets in the homes of these Kaiser respondents decreased from 3.3 to 2.5, and the average number of CD players fell from 3.6 to 2.2 over the same period.
In keeping with these shifting patterns of ownership, the amount of time spent listening to various devices has also changed substantially in the same age cohort.
Of the two hours and 19 minutes of daily music listening by the children and young adults surveyed, 41 minutes (about 30%) was spent listening to an iPod or MP3 player, versus 32 minutes each (23%) for radio and music stored or delivered by computers. Cell phones and CDs trailed with 17 minutes each (12%).
Among teens 15-18, the differences were even more pronounced. Out of an average three hours and three minutes of daily music listening, iPods and MP3 players accounted for 59 minutes (32%), versus 42 minutes for computers (23%), 37 minutes for radio (20%) and 23 minutes for cell phones (13%).
These results will likely be of interest to audio content creators and advertisers trying to establish a connection with younger consumers. Other recent studies have suggested that broadcast radio listening is decreasing among teens, which bodes ill for the medium in coming years.
In June 2009, Nielsen found that just 16% of teenagers around the world consider radio their "primary source" of music, lagging far behind MP3 players, identified by 39% of teenagers as a primary source of music, and computers, preferred by 33% of teens.
In June 2008, Coleman Insights found that daily radio listening by teenagers was on the downswing, losing share to the new media options. Specifically, Coleman found that 84% of the 14-17 cohort listen to music daily on an MP3 player, iPod or computer, versus 78% for radio.
A second Coleman study found that the 15-17 cohort favors iPods and MP3 players as primary destinations for listening to music -- with 41% choosing the personal devices, compared to just 22% for FM radio.
Other studies have found some positive news, but the results tend to be mixed at best. For example, in 2008, Arbitron found that 90% of people ages 12-17 still listened to radio at least once a week, increasing to 93% among adults ages 18-23. But Arbitron also found the average amount of time spent listening to the radio dropped 5% from 19 hours and 32 minutes per week in 2007 to 18 hours and 30 minutes in 2008.

iPad, nuovo campione per il testo e la parola?

Era inevitabile che il settore della radiofonia americana cominciasse subito a interrogarsi sul possibile impatto di iPad sul mezzo radiofonico. Il primo commento che mi è capitato di leggere questa mattina è di Taylor on Radio Info, una newsletter che mi stupisce sempre per la sua lucidità. Un altro, più ampio e articolato, è quelo di Radio Survivor. Secondo i primi esperti chiamati a dare un giudizio, iPad non sarà affatto un nemico della radio ma potrebbe anzi ampliare le possibilità di fornire contenuti e servizi paralleli, anche grazie alla compatibilità con le applicazioni per iPhone, alcune delle quali già di orientamento radiofonico. E' il modello di iTunes che si impone e si allarga, si legge sulla newsletter specializzata. La prima vittima di iTunes è stata l'industria discografica, che ha visto sfumare il concetto di "album" a favore della "traccia" singola, venduta a 99 cent. Adesso la finestra di opportunità della microtransazione si apre anche per i giornali, che trovano in iPad un'alleato-nemico comunque interessante da affrontare. Con il suo schermo più simile alla metafora del foglio di carta che al monitor televisivo, iPad potrebbe favorire un tipo di informazione e intrattenimento nuovamente basato sul testo, sul "segno" statico. E niente impedisce di pensare alle possibilità di immergere questi segni in un ambiente sonoro piuttosto che visual-televisivo. Per quanto definito il televisore possa essere, nel suo schermo l'informazione testuale non vincerà mai. Ma con iPad la parola, l'aspetto tipografico, risulta enormemente potenziato dall'alta definizione e dalla qualità.
Nel corso della presentazione di Steve Jobs, quando si è parlato di iBooks sul grande schermo dello Yerba Buena è stato proiettato il confronto tra Kindle e iPad nella visualizzazione della pagina di un libro. E' stato un confronto spietato: per quanto sofisticata e leggibile, l'inchiostro elettronico di Kindle (che è un prodotto di enorme successo e continuerà a esserlo) è apparso assolutamente inferiore alla pagina in formato ePub degli Apple iBooks. Posso sbagliarmi perché la mia impressione è legata a fotografie che possono aver falsato la mia percezione. Ma credo che Apple, nel suo iper-realismo, sia riuscita ancora una volta ad azzeccare meglio la metafora dell'eBook rispetto a una Amazon che ha - giustamente - voluto creare qualcosa che avesse un'identità specifica, qualcosa che sapesse anche differenziarsi dal libro vero. Bezos vuole comunicare che il libro può abbandonare la carta. Jobs ci dice che il libro può vivere su iPad in un modo molto simile a quanto accade sulla carta, ma con tanti vantaggi in più. Credo che sia una strategia migliore. E soprattutto credo che sia una strategia che finalmente, dopo almeno vent'anni di forte prevalenza della componente visuale-iconica, premia il testo, la parola. Che può essere scritta o parlata, che in ogni caso si presta facilmente a mescolarsi con il suono e la parola della radio. Su questo ultimo punto il nuovo dispositivo Apple lascia aperta una grande incognita: il sistema operativo continua a non essere multitasking, non è quindi certo che si possa fare dello streaming in background alla trasmissione di informazioni di contorno. Credo tuttavia che possa davvero cambiare qualcosa, come è sempre successo quando Apple ha azzeccato i suoi magici slanci di creatività tecnologica. Se questo prodotto non si rivelerà meno apprezzato del previsto (ci sono a mio parere degli svantaggi, a incominciare da quella che a me pare una portabilità assai incerta: come ci porteremo dietro iPad?), ci saranno spazi di miglioramento ed evoluzione, come per tutti i devices ad alta tecnologia. Se la radio come metafora avrà qualcosa da dire, finirà per dirla.


The secret behind Apple’s iPad is iTunes.

That’s the same system that first bedazzled and then dismayed record industry executives, who realized they’d lost control of pricing and watched the traditional and profitable “album” concept fade with the ability to buy single tracks for 99 cents. Now the publishing businesses hope they’ve learned the hard lessons of the music biz and don’t give up as much control to the alluring new iPad. They hope it can help rescue newspapers, and give magazines and books added life through a new distribution channel – iTunes to the iPad. The gizmo also provides an enhanced experience for TV shows and movies sold through iTunes. Paying just $499 for the basic model (without 3G cell phone access) suggests that Apple can afford to make very little profit on the hardware, but will make out on the software – newspapers, magazines, books, TV, movies. And look out, Amazon Kindle, with your monochromatic screen – the iPad is in glorious color, with a real touch screen like its older brother the iPhone. Its importance to radio? Thought you’d never ask.
The iPad is “another great way for radio stations to distribute content on an elevated platform.” That’s consultant Paul Jacobs of Jacobs Media, who tells T-R-I there’s a lot for radio to like (and not much to fear) from Steve Jobs’ announcement. He says “it elevates the game, but it’s not a game changer.” Here’s his logic – “Unlike how the iPod changed mp3 players and the iPhone changed cell phones, this device opens up a new category between the iPhone and desktops.” He predicts there won’t be “any large impact on media, like radio. It’s not a threat, nor an enhancement.” For those broadcasters who have already invested in iPhone apps, yesterday’s news from Steve Jobs was good – the existing apps should run on the iPad, too. Jacobs says the price is a pleasant surprise ($499 for the basic model, up to $829 for 64 gigabytes of memory and connection to a 3G cell phone, with AT&T charging another 30 bucks a month). Paul’s bottom line – “it’s like the iPod Touch on steroids…bigger, faster, cooler.”

27 gennaio 2010

La speranza in onda nell'etere di Haïti

Una bella corrispondenza di Roberto Bongiorni da Port-au-Prince, pubblicata sul Sole 24 Ore di domenica scorsa. Per scaricare il pdf della scansione cliccate qui, è un po' tagliatina nel titolo e nella fotografia, ma il pezzo c'è tutto. (Grazie anche a Fabrizio che me lo ha segnalato, per fortuna il Sole di Domenica lo prendo sempre). Nell'illustrazione vedete lo "studio" di Radio Caraïbes, improvvisato sul marciapiede di fronte alla sede, inagibile, dell'emittente.


Rai Radio 3, oggi 27 gennaio 1945

Oggi è andata online la nuova versione del sito di Rai Radio 3 il nostro canale radiofonico pubblico culturale. Le pagine delle varie voci del palinsesto verranno gradualmente uniformate, mentre RaiNet sta dando gli ultimi ritocchi anche al sito di Radio 1 (che avrà una tonalità blu, dopo il rosso di Radio 2 e il verde ghiaccio di Radio 3) previsto per i prossimi giorni. Non mi dispiace il nuovo look Web della rete di Marino Sinibaldi, anche se forse è un po' BBC-like. Del resto è una scuola, quella, che non è facile "bigiare" (fare sega direbbero a Roma).
La priorità adesso mi sembra quella di uniformare al nuovo look anche le pagine dei singoli programmi e, secondo me, affrontare il problema della qualità degli stream perché della codifica Real Audio fatta così non ne possiamo proprio più. Andrebbe razionalizzata per Radio 3 la gestione dei podcast disponibili per un canale che sembrerebbe fatto apposta per la radio non lineare ma che ora come ora rende la fruizione asincrona molto macchinosa.
Ci sarebbe parecchio da dire sulla radiofonia pubblica e intendo farlo qui su Radiopassioni. Gli stravolgimenti del palinsesto di Radio 2 hanno creato polemiche (e le solite strumentazioni politiche) intorno a una radio che non perde solo pezzi magari nobili ma sempre sostituibili, come è nella natura di palinsesti in continua evoluzione. A dispetto di tanta retorica spesa recentemente a proposito di faraonici progetti di revisione (la radio "all news" che nessuno evidentemente sa che cosa sia, la radio "giovane" che sarebbe giovane se gli under 35 fossero tutti dei gran minchioni...) Radio Rai sta soprattutto perdendo carattere, identità e autonomia rispetto a una offerta televisiva francamente di basso livello. E il sospetto è che l'operazione Gran Pastone sia voluta, sapientemente coordinata, perfettamente inserita nel quadro di una cultura politica che da anni ci martella le orecchie con un assunto che fa rabbrividire e vorrebbe farci credere che tutto ciò che è "pubblico" fa schifo, costa troppo, è vecchio. Sia ben chiaro che non sono di quelli che vorrebbero l'economia di Stato e i piani quinquennali. Ma pensare al patrimonio umano, intellettuale e tecnico che possiamo vantarci di avere dentro Mamma Radiotv e all'uso che ne viene fatto attualmente da parte di un potere ottuso, arrogante e fallimentare fa male amici miei. Fa molto male. Come tante altre cose di questa Italia che pare ritornata a quei giorni freddissimi del gennaio 1945, senza che questa volta sia stata sparata una sola cannonata (escludendo - a fatica - lo stuolo di vittime innocenti di mafia, terrorismo e criminalità comune, la nostra piccola, insopportabile dose di annientamento).
Quando stasera vi sintonizzerete sulle frequenze di Radio 3 - sempre che nella vostra città non siano interferite - per ascoltare la trasmissione speciale sul Giorno della Memoria, soffermatevi a pensare al nostro presente e a quello che ogni giorno di più appare come un futuro incerto, forse impossibile.

Mercoledì 27 gennaio Alle 20.30, Marino Sinibaldi presenta La memoria della memoria la puntata speciale di RADIO3SUITE in diretta dalla “Casa della Memoria e della Storia” di Roma.
A partire dalle voci di chi visse quel giorno di 65 anni fa, RADIO3 invita a riflettere sulla “memoria della memoria” e cioè sui luoghi, le fonti, le forme e i meccanismi che, all’indomani della scomparsa degli ultimi testimoni, permetteranno alle generazioni future di misurarsi con la storia e il ricordo della shoah. Alla serata partecipano: Aldo Zargani, Vera Salomon, Saul Meghnagi, Lia Tagliacozzo, Raffaella Di Castro, Clotilde Pontecorvo, Luca Zevi, Umberto Gentiloni, Adachiara Zevi, Alessandro Schwed, Caterina Di Pasquale. E poi le poesie lette da Edith Bruck e le storie raccontate da Ascanio Celestini.
La musica è affidata al duo costituito da Marco Valabrega al violino e Domenico Ascione alla chitarra, che interpreteranno brani della tradizione ebraica, e alla voce di Sara Modigliani accompagnata alla chitarra da Felice Zaccheo, che presenterà un repertorio di canti legati alla guerra e alla resistenza in Italia.
Gli ascoltatori di Radio3 sono invitati a raggiungerci alla Casa della Memoria e della Storia di Roma in via Francesco di Sales 5, mercoledì 27 gennaio dalle 20.00 in poi.

25 gennaio 2010

Tra SMS e radioline, Haïti cerca di barcamenarsi

Un bel servizio di Tim Large, della Reuters, parla di come tra cellulari e radioline gli haitiani cercano di arrangiarsi e comunicare in queste ore. La stessa Reuters attraverso "AlertNet", della Thomson Reuters Foundation, ha messo in piedi un sistema, EIS, Emergency Information Service, per diffondere gratuitamente, via SMS informazioni utili. La gente dice di preferire i cellulari alle radioline perché i primi sono ricaricabili e le pile per le seconde costano. In mancanza di corrente elettrica, ci si industria allestendo delle temporanee postazioni di rifornimento dove un quarto d'ora di ricarica costa 75 cents. Ma il cronista parla anche delle radio con dinamo a manovella distribuite dagli americani e dei programmi diffusi dalle emittenti internazionali (l'ultima, BBC World Service in Creolo, dagli studi di Miami). Ecco un estratto dell'articolo che qui trovate completo.

In Haiti, cell phones and radios help save lives
By Tim Large
Reuters
Jan. 25, 2010

[...]

How the EIS helps save lives

Just a few days after the earthquake, EIS was able to direct injured Haitians via text message to one of the few hospital able to treat patients. The service also helped search-and-rescue teams to find people trapped in the rubble. In one case, a man trapped for five days in a collapsed building in downtown Port-au-Prince sent a text message, which the EIS team, working through the night with experts around the world, translated into GPS coordinates. A search-and-rescue team was dispatched and saved his life. Working with InSTEDD, an innovative humanitarian technology NGO, we created an information system allowing Haitians subscribed to the Digicel and Comcel networks to register with a simple shortcode - 4636 - to receive our free Creole-language alerts.
In addition to receiving critical news and information, Haitians can send, at no cost, text messages into the system. This ensures a stream of on-the-ground information of use to aid groups. We publicized the shortcode chiefly through local radio stations, including Signal FM, Melody FM, MINUSTAH Radio FM and Caraibes FM. The latter broadcasts from the sidewalk outside its quake-damaged building, sucking power off a car engine. As of the time of writing, EIS had received nearly 10,000 text messages from Haitians, all translated into English and geotagged by hundreds of global volunteers organized by "crowd-sourcing" NGO Ushahidi. The information is also available through RSS feeds.
Now that the search-and-rescue phase is over, we are working with the United Nations, the Red Cross, the government and others to help spread messages such as how to reduce disease risks, trace missing relatives and protect children. Entrepreneurs like Jacques Pierre, 25, help people to keep their devices charged. "Last week I had gasoline (for the generator) but the phones weren't all working," he said. "This week there's more gasoline out there and the phones are back, so the price is going down." Just down the road from Pierre's phone-charging operation, an outlet of Digicel, Haiti's biggest mobile carrier, offers a free re-charging service for about 40 people at a time. "I'm waiting for the money, I'm waiting for the money," one man shouts into his handset, on the line to relatives overseas. "We're hungry."

SMS robust

Haiti's cell phone networks have been quick to recover, even as other infrastructure remains crippled.
Robin Padberg, head of Comcel-owned mobile carrier Voila, told me most services were restored within a day of the earthquake. Digicel came fully back online a few days later. SMS networks proved most robust, which explains why Philippe Richardson, the coordinator of Port-au-Prince's emergency service, made SMS his chief point of contact with the capital's residents. There was simply no other way. "The City Hall collapsed, the mayor's house collapsed, the houses of our employees collapsed," he told Radio Metropole in an interview, announcing a 3702 2418 text hotline for residents. "Now we are homeless. We sleep looking at the stars, like you."
A straw poll of a group of 15 young men in Lepine on the outskirts of Port-au-Prince showed that 14 of them owned cell phones - and nearly all said they relied on them for news and information rather than radio. "It's less expensive because I don't have to buy batteries," said one. Prior to the earthquake, Haiti already had a track record of using SMS in novel ways. Two years ago, CECOSIDA, a network of local journalists, used the same 4636 number to disseminate messages about HIV/AIDS. Another project has flirted with SMS voting.

Working with local radio

But while the number of EIS subscribers grows by the day, radio is still the most efficient way to reach a mass audience. That's why we turn to local broadcasters to help spread key information, often acting as a bridge between the international aid effort and local media. In this respect, our efforts mesh nicely with other initiatives launched in the wake of Haiti's quake. Internews, a media development organization, has been broadcasting a daily Creole-language program called "Nouvelles-Utiles" (News You Can Use) on 12 radio stations since January 21. The BBC World Service has just begun producing a daily 20-minute show out of Miami called "Connexion Haitienne".
All this is part of efforts to improve communications with disaster survivors led by Communications with Disaster Affected Communities (CDAC), an inter-agency working group comprising Thomson Reuters Foundation, Internews, BBC World Service Trust, the Red Cross, Save the Children, the United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) and others. "The issue we face is getting the message out to the affected community that aid is coming, that something is being done," said OCHA spokesman Nicholas Reader. Meanwhile, the U.S. military is distributing 50,000 solar- and crank-powered radios in the capital.
(continua)

23 gennaio 2010

Tutti produttori radiofonici con Spreaker!


Di Spreaker si sente parlare da qualche mese attraverso le cronache dei vari eventi dedicati al mondo delle startup tecnologiche. La società bolognese-riminese, inserita nell'ambito di We Tech Off, incubatore del consorzio emiliano Aster, nel novembre scorso si è classificata al primo posto dl Start2B, premio istituito nel corso degli R2Bdays, momento fieristico promosso dalla stessa Aster, da BolognaFIere e dalla regione. Adesso però il progetto è giunto in dirittura d'arrivo e il 31 gennaio partirà con una beta privata per la quale è possibile richiedere un invito visitando il sito Spreaker.com.
Che cos'è Spreaker? E' una piattaforma di radiofonia Web 2.0 che consente di costruire un proprio palinsesto radiofonico su Web ma serve soprattutto per "fare" radio. Il modello è ispirato a quello di Radionomy, 1000mikes, BlogTalkradio, TalkShoe, brand che i lettori di Radiopassioni conoscono già. Ma con un importante elemento di differenziazione. L'idea è di mettere a disposizione l'interfaccia Web (ma evidentemente è prevista anche una versione iPhone) di Spreaker, la Deejay Console, per registrare i contributi audio esterni. E non solo registrare, visto che Spreaker vuole rendere possibile anche la diffusione "live".
Oltre al software Web-based per la regia, l'azienda ci mette tutto, la banda trasmissiva, persino i brani musicali i cui costi di licenza pesano solo sul provider. Tutti questi contributi andranno a costituire una libreria che darà agli ascoltatori su Internet la possibilità di fabbricare un palinsesto di contributi e programmi - i propri o quelli altrui - e cucirsi su misura una stazione radio online personalizzata. Daniele Cremonini, uno dei fondatori di Spreaker, parla di "radio libera sociale". Non a caso è prevista anche l'integrazione degli stream direttamente nei contenitori personali di Facebook.
La società, costituita lo scorso novembre, si basa sull'esperienza di Daniele, Francesco Baschieri e altre quattro persone e sulle attività di un'altra azienda, Waymedia, specializzata in soluzioni di mobile marketing. Ecco la presentazione dell'iniziativa in occasione di R2Bdays:




Radiopassioni ha intervistato Daniele Cremonini via Skype, chiedendogli di spiegare le funzionalità della console di produzione e il modello di business di Spreaker:

La sostenibilità economica del progetto verrà infatti garantita dalla pubblicità - di stampo radiofonico, con veri e propri spot - e dagli accordi per la vendita diretta di prodotti e servizi di cui si parlerà nelle diverse "radio". Per esempio un programma con la recensione di libri o film potrebbe puntare al sito di una libreria online, che dividerebbe con Spreaker le commissioni di acquisto. L'obiettivo di questa prima fase di lancio è di raggiungere, entro fine febbraio, almeno un migliaio di utenti registrati e un certo numero di produttori-conduttori radiofonici do-it-yourself. Il gruppo non nasconde le sue ambizioni internazionali e intende consolidare entro l'anno la sua presenza nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
La piattaforma di Spreaker può diventare un'ottima palestra di formazione di nuovi talenti. Daniele mi conferma che il tipo di contenuto che la nuova radio collettiva online intende promuovere è più "parlato" che musicale, quindi se vi sembra di avere qualcosa di interessante da dire, fateci un pensiero. La Deejay Console conterrà tutto il necessario per la regia e la messa a punto dei contributi, incluso l'accesso ai brani musicali acquistati da Spreaker e gli effetti speciali. Tutto questo non taglia fuori le vocazioni più propriamente acustiche: i canali di Spreaker sono aperti anche a cantanti e band che vogliano far conoscere i loro repertori.

Jean Dominique, la voce libera di Haïti

Mercoledì 19 gennaio il canale Sky 130 di Current Tv, la social television fondata da Al Gore, ha trasmesso una serata speciale su Haïti, con la proiezione del film diretto da Jonathan Demme (qui una conversazione con lui) The Agronomist, dedicato alla figura di Jean Dominique, agronomo "costretto" a diventare giornalista e fondatore di Radio Haïti-Inter, ucciso nell'aprile del 2000 da un gruppo armato i cui mandanti sono rimasti ignoti. Nel film viene formulata l'ipotesi che lo stesso governo di Jean-Bertrand Aristide potesse essere coinvolto. Dominique faceva del giornalismo di denuncia in una nazione dove denunciare le colpe del potere e delle oligarchie può facilmente costare la vita. Non sono poi così lontane da noi, queste nazioni.
Il film di Demme è di qualche anno fa ma la sua versione su DVD può essere ordinata dall'editore Feltrinelli insieme a un libro, L'isola d'acqua. Un paper sull'affaire Dominique può essere scaricato dal sito della University of California, Santa Barbara e questa invece è la pagina dedicata al collega da Réporters Sans Frontières:
Ho chiesto a Current Tv se fossero in programma delle repliche di The Agronomist. Barbara Castiello mi ha cortesemente informato del calendario delle prossime uscite:

30 gennaio ore 15.20
1 febbraio ore 15.00
4 febbbraio ore 10.00
6 febbraio ore 13.30
27 febbraio ore 21.00



Per ricevere il programma bisogna essere abbonati a Sky e sintonizzarsi con il decoder sul canale 130. Purtroppo il film non sarà disponibile su Internet.
Intanto però potete sintonizzarvi sullo stream di SignalFM di Haiti, che ha da poco ripristinato il suo collegamento Shoutcast (lo si può aprire anche con Real Player). Signal è una delle radio di informazione più importante e in un certo senso ha raccolto il testimone lasciato cadere dagli assassini di Jean. Purtroppo infatti, Haïti-Inter venne chiusa tre anni dopo l'omicidio, per decisione della vedova di Dominique, Michèle Montas, a causa delle continue minacce ricevute. Michéle è stata portavoce del segretario delle Nazioni Unite, Ban-ki Moon, fino al 1 dicembre scorso.



Commando Solo, una radio volante per Haïti

Torna a volare, questa volta sui cieli di Haiti, il C130 (anzi, l'EC-130J) attrezzato come una stazione radiotelevisiva volante del 193esimo Special Operations Wing in forza alla Guardia Nazionale della Pennsylvania. L'aereo da trasporto è meglio conosciuto con il nome di Commando Solo ed è entrato in funzione più volte in passato per analoghe operazioni di psy-op, "guerra psicologica". Ad Haiti c'è una emergenza, non una guerra. In passato la radio volante è entrata in azione sull'Iraq, l'Iran, l'Afghanistan, in Kosovo, e ancora prima a Grenada e ancora su Haiti, anche se ai tempi dell'invasione dei marines. Sulle sue lunghezze d'onda viaggiavano annunci, appelli, musiche, un format studiato per demoralizzare i nemici, invitarli alla diserzione, o per mandare messaggi alle popolazioni civili. Ora la missione di Commando Solo sarà comunque quella di fornire, via radio FM e onde medie, una serie di informazioni di coordinamento e incoraggiamento che spiegheranno la logistica dei soccorsi del dopo-terremoto.
Contemporaneamente, la Joint Task Force-Haiti sta provvedendo a distribuire tra la popolazione cinquantamila radioline a manovella e pannello solare, in modo che i senzatetto rimasti completamente privi di mezzi possano ricevere le trasmissioni di Commando Solo e, si spera, delle emittenti locali che riusciranno a riattivare i loro impianti.
La storia del C-130 radioemittente risale agli anni Sessanta ma nel suo assetto attuale è entrato in servizio verso gli anni Novanta, all'epoca di Desert Storm. Mi è capitato di ascoltarlo durante la sua missione in Afghanistan dopo l'attacco al World Trade Center, perché operava in una frequenza delle onde corte, intorno agli 8.700 kHz. Trovate una scheda dettagliata con la storia di Commando Solo su questa pagina dell'Aviazione americana.

Pennsylvania Guard to Broadcast to Haitians

By Airman 1st Class Claire Behney Special to American Forces Press Service

HARRISBURG, Pa., Jan. 15, 2010 – The Pennsylvania National Guard is sending a uniquely equipped plane to Haiti to provide radio and television broadcasts to keep the people of the earthquake-stricken nation informed as rescue and humanitarian missions continue.
Airmen assigned to the 193rd Special Operations Wing of the Pennsylvania Air National Guard load a C-130J as they prepare to depart Middletown, Pa., for Haiti, Jan. 15, 2010. U.S. Air Force photo by Senior Master Sgt. David Hawkins
(Click photo for screen-resolution image);high-resolution image available.
About 50 airmen and three C-130 aircraft assigned to the 193rd Special Operations Wing will provide rapid communications response capabilities to all of Hispaniola, which comprises Haiti and the Dominican Republic.
Two of the aircraft are cargo aircraft. The third, named Commando Solo, is an airborne radio and television station that will provide important information to the Haitian people as U.S. and international search and rescue and humanitarian aid missions continue.
In what he described as an "unprecedented humanitarian mission," Gov. Edward G. Rendell said that the Pennsylvania Air National Guard had been called out to support the Air Force Special Operations Command mission in Haiti.
One of the aircraft departed late on Jan. 14, the other two aircraft left Middletown, Pa., today.
"Our National Guard is honored to extend a helping hand to the people of Haiti. I am proud of these dedicated airmen, who are always ready to answer the call of duty, whether it is for combat missions or to aid those in need," said Army Maj. Gen. Jessica L. Wright, the adjutant general of the Pennsylvania National Guard.
The 193rd was last called to serve in Haiti more than a decade ago. In 1994, Commando Solo was used to broadcast radio and television messages to the citizens and leaders of Haiti during Operation Uphold Democracy. This is, however, the first humanitarian mission of its type for the wing.
(Airman 1st Class Claire Behney is assigned to the Pennsylvania National Guard.)

***

U.S. Military Delivers Self-Powered Radios to Earthquake Survivors

HOMESTEAD ARB, FLORIDA – A U.S. Air Force C-130 is delivering 50,000 hand-held radios for distribution to Haitian earthquake survivors by the recent devastating earthquake.
The radios will be distributed by JTF-Haiti and are expected to arrive later this week.
The small emergency radios are both solar-powered and hand-cranked and do not require batteries.
Radios are being distributed in order for affected citizens to receive news and important information concerning international relief efforts.
In close coordination with the government of Haiti, JTF-Haiti is currently broadcasting news, public health, safety and information regarding relief efforts via a military aircraft equipped with FM and AM broadcasting capability.
Public safety messages are broadcasting in the following frequencies:
92.4 FM, 104.1 FM, 1030 AM.
The role of U.S. military forces during this humanitarian assistance and disaster relief effort is to rapidly respond with critically needed supplies and medical services in those areas the Haitian government deems necessary.
U.S. Department of Defense forces are part of a larger, unified United States federal response to the Government of Haiti’s request for humanitarian aid. U.S. Southern Command is working with the Department of State, USAID, the Office of U.S. Foreign Disaster Assistance and others to aggressively provide life-sustaining services to the people of Haiti.

21 gennaio 2010

NASA SDO, dall'orbita tutti i segreti del Sole

Stavo seguendo in diretta su Nasa TV la conferenza stampa della missione Solar Dynamics Observatory, un telescopio spaziale che verrà lanciato il 9 febbraio prossimo con lo scopo di studiare in condizioni orbitali i vari fenomeni che caratterizzano la variabilità del Sole e i suoi effetti sulla Terra. Una missione senza precedenti, che durerà 15 anni e ci fornirà, si spera molte risposte sugli attuali misteri della fisica solare. C'è una grande attesa per l'avvio della missione proprio nelle settimane in cui il nostro astro dà chiari segni di ripresa del suo ciclo di attività dopo una prolungatissima fase di minimo.
Ecco un articolo di Space Daily, dove si parla anche del ruolo degli astrofisici dell'università del New Mexico.

Studying The Secrets Of The Sun by Staff Writers Las Cruces NM (SPX) Jan 18, 2010

All life on planet Earth owes its existence to the sun. The sun's rays are where we derive our vitamin D and where most plants get their energy to go through photosynthesis. It was worshipped as a deity by ancient cultures and its power is now harnessed as a source of renewable energy.
The sun is a star at the center of our solar system. Its mass makes up more than 99 percent of the mass of our solar system and is 109 times the size of the planet we call home. More than 1.3 million Earths could comfortably fit inside the sun. Its core can reach temperatures of 27 million degrees Fahrenheit. With all that we now know about this bright star, there are still many areas of the sun that are an enigma to us.
New Mexico's climate and clear skies make it an ideal location for stellar and solar observations, and scientists around the globe are taking advantage and employing the expertise of local researchers in finding out everything they can about the sun - from the inside out. "I think New Mexico is really coming of age in the field of astronomy in terms of what is happening at our individual campus and what is happening with our national and international collaborations," said Bernie McNamara, professor in New Mexico State University's Department of Astronomy. "We are actually at the stage now where New Mexico institutions are being sought out as collaborators."
NASA is about to launch a 15-year mission to study the sun continuously through satellites and telescopes and NMSU is set to play an integral part in interpreting the data collected from the instruments. From a single, ground-based telescope, the sun cannot be viewed once it sets, creating gaps in data collection. The main aspect of the soon-to-be-launched multi-billion dollar Solar Dynamic Observatory satellite is that it will allow the sun to be viewed continuously, said Jason Jackiewicz, assistant professor of astronomy at NMSU.
Researchers will use state-of-the-art instruments to study the oscillations on the surface of the sun as well as seismic data that will look inside the sun in order to find the source of solar events.
"The mission is designed to understand the magnetic sun," Jackiewicz said. "We are trying to predict when and where a sunspot will pop through the surface of the sun. If we can do that, it might give us an idea of how we can predict solar flares and other mass ejections."
Jackiewicz earned a spot on the SDO team, charged with setting up a data analysis pipeline to detect magnetic structures beneath the surface of the sun. "This satellite will provide us with the best data, by far, that we have seen in a long time," Jackiewicz said.
Astronomers at NMSU also are using grants from NASA and the National Science Foundation to help predict space weather in order to prevent damage done by solar magnetic storms to space-based and ground-based electronic facilities.
The National Solar Observatory, which has observation sites at Sacramento Peak in Sunspot, N.M., and at Kitt Peak in Tucson, Ariz., is consolidating its operations in anticipation of a new telescope based in Hawaii called the Advanced Technology Solar Telescope. When it is completed, the ATST will have the ability to study the smallest spatial features of the sun.
A second major new solar project that New Mexico may well play a role in is called the Stellar Oscillation Network Group. Led by a group of Danish institutions it aims to build eight telescopes around the world so that stars can be viewed continuously.
NMSU, in collaboration with other institutions, has applied for funding from NSF's Major Research Instrumentation Program to place one of these new telescopes at the Apache Point Observatory, in Sunspot.
SONG is fundamentally different from other kinds of solar missions because its telescopes will measure stellar oscillations through the motion of the star's surface. This will be done with a precision not before possible, McNamara said.
"The science behind this project is really unprecedented," Jackiewicz said.
The Air Force Research Laboratory is working to relocate its Space Weather Center of Excellence to New Mexico from Massachusetts. The AFRL is a major force in the state in solar and stellar research and its scientists are interested in teaming with an institution in New Mexico to continue their work.
McNamara said officials have spoken to researchers at the University of New Mexico and also plan to speak to researchers at NMSU to be a part of the partnership.
At NMSU, the 21st Century Space and Aerospace Cluster - made up of members from the astronomy, computer science, electrical and computer engineering, mechanical and aerospace engineering and physics departments and the Physical Science Laboratory - works to promote space-related education and research at the university.
The NSF has awarded several grants in New Mexico that focus on solar research, including projects at Los Alamos National Laboratory, UNM and NSO, where graduate students from NMSU and other universities work under the mentorship of renowned scientists. "Within New Mexico, we are gaining a strong national and international reputation in the field of solar physics that makes us an attractive partner," McNamara said.
As interest in the sun and its impact on Earth continues to increase, New Mexico is donning its sunshades and doing everything it can to stay at the forefront of revolutionary solar research.