30 marzo 2011

Le web radio collaborative di Saooti

Ho scoperto una interessante piattaforma per radio collaborative via Web battezzata WikiRadio. La sviluppa una società francese, anzi bretone (una cittadina, Lannion, a due passi da Brest, dev'essere un posto magnifico), che si chiama Saooti. Il principio di funzionamento mi pare abbastanza simile all'esperienza proposta dall'italiana Spreaker. Per creare una Web radio in grado di diffondere in streaming trasmissioni in diretta e in podcast non serve installare nessun client, tutto il servizio poggia sui server di Saooti e gli utenti possono integrare player e archivi dei programmi sui loro siti. Insieme a WikiRadio vengono proposti dei servizi/accessori di contorno, come Audience, che apre i canali audio alla partecipazione degli ascoltatori, RendezVous e Event, per creare eventi e incontri audio promozionali o di altro genere e MurDuSon, una fantastica idea di un forum o bacheca online dove i messaggi scritti sono sostituiti da registrazioni audio dei visitatori.
Si possono vedere degli esempi di funzionamento di WikiRadio sintonizzandosi sulla Web radio della Université Européenne de Bretagne, su Neweez, la WikiRadio sull'innovazione creata dalla Comunità di Aggregazione di Lennion, ma anche sul programma settimanale che France Culture dedica a Internet, Place de la toile (peccato che l'archivio non sia popolato i podcast aggiornati del programma si trovano qui). Non manca naturalmente un end point per l'ascolto dei contenuti su iPhone, per esempio il client sviluppato per conto della WikiRadio UEB.
Saooti è stata fondata il primo febbraio del 2009 da un gruppo di ingegneri informatici quasi tutti provenienti dai laboratori di sviluppo di Orange, l'operatore mobile francese, sostenuti da un gruppo di business angels locali, gli Armor Angels.

Il disastro nucleare blocca il radioorologio atomico JJY

La grave crisi del reattore di Fukushima ha avuto un effetto collaterale imprevisto. Ne ha dato notizia oggi PC World ma trattandosi di una notizia di quasi venti giorni fa i media giapponesi sono stati più pronti (la traduzione è possibile con Google). Proprio all'interno dell'area di evacuazione intorno alla centrale nucleare si trova infatti una delle due antenne LF di JJY, l'istituzione nazionale giapponese che dissemina, anche via radio a beneficio di tanti orologi radiocontrollati, il segnale orario esatto. L'impianto che i tecnici hanno dovuto spegnere e abbandonare è quello del monte Otakadoya, un colle di 800 metri sul livello del mare che si erge a 16 kilometri dal luogo del disastro di Fukushima (vedi cartina Gmaps qui sotto, dove l'antenna è indicata dalla freccia verde). La stazione operava sui 40 Hz, l'altra rimasta attiva trasmette invece su 60 Hz. Le conseguenze potrebbero farsi sentire sulla precisione degli orologi e degli altri segnali orari diffusi in Giappone. Esistono anche dei dispositivi utilizzati per sincronizzare su JJY l'ora fornita dai server NTP su Internet.
Il tracciato che vedete a sinistra è stato realizzato in occasione della ricezione di JJY/40 Hz da parte di Marco Bruno, qui in Italia (una distanza niente male per una ricezione LF). L'annuncio della sospensione a tempo indeterminato delle operazioni viene dato ufficialmente sulla pagina in inglese del Japan Standard Time Project.
L'articolo di PC World parla di analoghi servizi radiodiffusi in nazioni come la Finlandia, il Kyrgyzstan, la Spagna e l'Argentina. In Argentina non credo proprio che la stazione LOL sia ancora attiva. O se è per questo mi risulta altrettanto non operativa la stazione spagnola ECB che un tempo, se non ricordo male, utilizzava alcune frequenze in banda marittima. Francamente non ho neppure idea di quali possano essere le fonti che hanno indotto l'estensore a citare la Finlandia, il Kyrgyzstan e la Bielorussia.

Nuclear Crisis Stopped Time in Japan
By Martyn Williams, IDG News Mar 29, 2011 3:50 pm

The problems at Japan's Fukushima-1 nuclear plant have had an unexpected impact on the country's ability to keep time: a transmitter that sends the national time signal to many thousands of clocks and watches has been forced offline making the timepieces a little less reliable than usual.
The transmitter is on top of Mount Otakadoya in Fukushima prefecture, about 790 meters above sea level and 16 kilometers from the stricken Fukushima-1 power station. The radio station, called JJY, sends a signal that reaches most of Japan including the capital, Tokyo.
The site is well within a government-mandated 20-kilometer evacuation zone and engineers were forced to abandon it on the evening of March 12 (at 7:46 p.m. JST to be precise -- they were keeping time).
As they left, they powered down the transmitter and that left some devices without a reference time signal. The devices, which include things like watches, traffic signals, and taxi meters, have internal clocks that keep running in the absence of the radio signal, but the ability of some to auto correct has been lost.
A second transmitter exists in western Japan on the island of Kyushu. Its signal also covers most of Japan, but it transmits on a different frequency. Some devices don't have a tuner for the second frequency while others might be hampered by the signal, which is weaker in Tokyo and east Japan.
The National Institute of Information and Communications and Technology that runs the transmitter sites said it doesn't know when JJY service from Fukushima will resume. The evacuation zone around the Fukushima-1 plant remains in place as work continues to bring the plant under control. Airborne radiation levels have been steadily dropping over the last few days, but the situation at the plant remains serious.
It could be some time before engineers are allowed back to the station and JJY returns to the air. Japan is not alone in broadcasting national time over radio. The U.S. national time is delivered via WWV in Fort Collins, Colorado, and WWVH in Kekaha, Hawaii; and dedicated radio services also exist in Argentina, Belarus, Brazil, Canada, China, Ecuador, Finland, Germany, South Korea, Kyrgyzstan, Russia, Spain and Venezuela. In France and the U.K., the time signal is encoded alongside longwave radio broadcast stations.


View Larger Map

29 marzo 2011

WRplus, l'sdr per hobby diventa commerciale

Improvvisa svolta sul fronte di una soluzione SDR per Windows che nel giro di pochi mesi ha acquistato una grandissima notorietà anche per merito della felice implementazione di algoritmi di demodulazione della FM Wide, attesissima dagli appassionati di ascolto a lunga distanza in FM desiderosi di sperimentare l'SDR. La loro comunità è rimasta addirittura deliziata quando WRplus, il programma che Sandro Sfregola ha ricavato dal codice WinRad di Alberto di Bene ha integrato anche gli algoritmi di estrazione delle informazioni RDS.
La novità di queste ultime ore è l'annuncio che WRPlus diventerà un prodotto commerciale, attraverso una società che ha acquisito i diritti sul software e sotto la supervisione del suo creatore. La versione free WRplus 1.04, l'ultima disponibile, era comunque destinata a scadere il 31 marzo. Ora Sfregola annuncia ufficialmente che non ci saranno nuove versioni free.
Negli stessi circoli che avevano manifestato un incondizionato entusiasmo nei confronti del clone maggiorato di WinRad, si sono affrettati a condannare la scelta della commercializzazione e invitano a rivolgersi a un altro clone di WinRad, il tedesco HDSDR. Pur rispettando certe posizioni e apprezzando molto il concetto di software open source e free, non penso che ci siano molti motivi di scandalo quando uno sviluppatore decide di voler guadagnare qualcosa dal proprio lavoro. Se WRplus funziona bene, non capisco per quale ragione non dovrei investire qualche decina di euro nel suo acquisto. Auguri a Sandro Sfregola e alla sua nuova impresa commerciale. Era ora che questo lungo periodo di sperimentazione, che ha visto protagonisti i programmatori italiani, desse luogo a una vera forma di industrializzazione.

CuteSDR 1.0, RFSpace aggiunge un software Win/Mac

Continua ad evolvere nell'ambito radioamatoriale e dell'ascolto impegnato la sperimentazione hardware e software dei principi della software defined radio. Due novità di questi ultimi giorni riguardano l'uscita di un programma di demodulazione che conferma una importante tendenza, quella verso le soluzioni multipiattaforma che includono anche il sistema operativo Mac OS X (tradizionalmente tagliato fuori da molte applicazioni solo Windows). Il segmento delle soluzioni SDR della americana RFSpace aggiunge un nuovo prodotto free alla sua storica soluzione SpectraVue e alla più recente consolle SDR-Radio, da tempo affermate. La novità, già anticipata su queste pagine, si chiama CuteSDR (qui la documentazione) e funziona con tutti i prodotti della linea SDR con una unica avvertenza: chi non sta utilizzando un frontend Net-SDR o una SDR-IP deve utilizzare CuteSDR 1.0 come client del server SDRxxServer che funge in pratica da strato di astrazione sui computer connessi a ricevitori SDR-IQ o SDR14. La buona notizia è che CuteSDR è disponibile per Windows (l'eseguibile è già sul sito Sourceforge) e compilabile per Linux e Mac OS X 10.6. RFSpace ha rilasciato per Mac anche delle versioni già compilate (file .dmg) sia per CuteSDR, sia per SDRxxServer. A quanto sto leggendo sui vari gruppi possono esserci dei problemi con chi utilizza OS X in versione 10.5 (Leopard) o 10.6 (Snow Leopard). La versione Mac di SDRxxxServer utilizza i driver della FTDI per gestire la connessione USB con i frontend RFSpace (che montano questa interfaccia). Bisogna assicurarsi di escludere dalla propria macchina la presenza di driver FTDI riferiti alla emulazione delle porte COM (VCP), perché il server usa i driver diretti (D2xx). Snow Leopard dovrebbe includere questi driver (disponibili anche sul sito FTDI) nel suo install pack.
L'altra novità è importante e merita un post a parte.

NASA, NASA - Stardust, over and out

C'è qualcosa di profondamente romantico nell'ultima missione compiuta il 24 marzo dalla sonda Stardust. Un finale malinconico, che ricorda lo spegnimento di HAL9000 in Odissea nello spazio. Il cacciatore di comete lanciato dalla NASA nel 1999 era andato incontro alla Wild 2 nel 2004, aveva raccolto dei campioni di materiale in prossimità del nucleo cometario e li aveva custoditi in una capsula che era poi stata paracadutata a terra. In seguito dentro quei campioni gli scienziati hanno individuato l'amminoacido glicina. Richiamato in servizio una seconda volta nel 2007, Stardust è stato dirottato per uno spettacolare rendez vous con la cometa Tempel 1, avvenuto lo scorso febbraio.
La settimana scorsa, ancora carica di gloria, la sonda è stata "sacrificata" in un ultimo esperimento che ha bruciato fino all'ultima briciola le sue ultime scorte di carburante solido. Arrivata quasi a fine vita la sonda Stardust era comunque destinata a proseguire una corsa infinita nello spazio profondo. I suoi manovratori hanno così deciso di misurare esattamente il volume di carburante ancora rimasto, in modo da verificare meglio i loro modelli sui consumi. Un dato importante per il controllo delle future missioni, perché con quel carburante le sonde spaziali possono cambiare rotta e mantenere i loro pannelli solari puntati verso l'astro. Con Stardust erano state formulate delle stime, alla NASA sapevano che la spinta generata dai motori sarebbe durata per un tempo compreso tra due e dieci minuti. Al mission control avevano fatto addirittura delle scommesse. Hanno vinto quelli dell'estremo inferiore di quell'intervallo, il carburante residuo di Stardust è durato per poco più di due minuti.
Fino all'ultimo le antenne di Deep Space Network, il sistema di radiomonitoraggio del Jet Propulsion Lab, hanno ascoltato i dati che Startdust inviava a terra su una frequenza di 8427,222221 MHz. Quando i motori si sono spenti, da terra sull'uplink di 7175,027006 MHz è partito il segnale di switchoff del sistema di ricetrasmissione. La radio di Stardust è stata spenta per evitare che una sua improvvisa riaccensione potesse interferire con le trasmissioni di altre sonde. Dallo Strategic Spectrum Plan 2007, straordinario documento che pianifica le frequenze usate dalle sonde spaziali NASA per una trentina d'anni, apprendo che queste stesse frequenze sono utilizzate dalla Cassini). Stardust prosegue il viaggio, ma senza l'allineamento dei pannelli presto non avrà più energia: un relitto spaziale in pieno silenzio radio, a 312 milioni di chilometri da noi. Seguendo questo link http://go.usa.gov/2ry potete osservare i dettagli delle missioni Stardust grazie ai modelli 3D di Eyes on the Solar System, spettacolare viewer messo a punto dalla NASA.

27 marzo 2011

SDR-Radio: come controllare una radio via Internet


Un piccolo esempio delle cose rese possibili con la tecnologia dei software defined receiver controllabili via Internet. Sul mio Mac (Snow Leopard 10.6.6) ho installato l'ambiente di emulazione VirtualBox e Windows XP. Su questo ho installo il programma SDR-Radio di Simon HB9DRV, una console per il controllo di un'ampia famiglia di frontend SDR della RF Space (ma anche per il SoftRock). Una delle funzioni di SDR-Radio è la connettività TCP/IP con un network di ricevitori SDR di radioamatori e appassionati (il software include la parte server che permette di rendere disponibile su Ip il proprio ricevitore). Con SDR-radio mi sono sintonizzato sulla trasmissione delle forze occidentali ai militari libici, su 10405 kHz, utilizzando un ricevitore situato a Cuneo e implementato dalla locale sezioni ARI-IQ1CN (grazie per averlo condiviso). Tutto completamente free! Mica male, eh?
Ecco l'audio ricevuto:



Guerra in Libia, ancora "psyop" verso le truppe del Rais

Sono tornati in questo momento i radiomessaggi delle forze occidentali ai militari libici. Questa volta la frequenza è di 10405 kHz, una porzione di banda normalmente allocata a diversi servizi aeronavali. La registrazione è stata effettuata a Roma proprio in questi minuti, domenica 27 marzo in pieno pomeriggio. L'invito, in inglese e arabo è rivolto espressamente agli equipaggi della marina libica: "abbandonate i vostri mezzi e tornate alle vostre famiglie, il vostro governo sta violando una risoluzione delle Nazioni Unite". Segno di qualche azione imminente?


24 marzo 2011

SpeedBall-1 nuovo pallone transatlantico (su 7102 khz)

Ci siamo. Dopo lo Spirit of Knoxville, che mancò il bersaglio affondando nell'oceano quasi di fronte alle coste irlandesi, un altro pallone stratosferico sta per essere lanciato dagli Stati Uniti a cavallo del jetstream, la corrente d'aria che per effetto della rotazione terrestre e dei gradienti termici fluisce continuamente da ovest e est, a una quota compresa tra strato- e troposfera. Il nuovo pallone radioamatoriale Whitestar SpeedBall-1, dovrebbe partire tra pochissimo, alle 01:00 UTC di venerdì. Gli autori di questo "hack" stratosferico sono un gruppo di radioamatori, programmatori e altri pazzi dell'LVL1, una sorta di club tecnologico dell'area di Louisville, nel Kentucky.
Anche la nuova sonda potrà essere monitorata sul Web, via Twitter e via Ustream, ma soprattutto via radio sulla banda radioamatoriale dei 40 metri, su una frequenza di 7102 kHz USB con nominativo WB8ELK2. Verranno utilizzati, per le trasmissioni telemetriche che permetteranno di misurare in ogni istante la quota e le condizioni operative del pallone, la classica modulazione FSK (RTTY) e il modo digitale DominoEX. Per la demodulazione può essere utilizzato il software cross-platform FlDigi.
Il sito dello SpeedBall-1, un dettagliatissimo wiki, contiene fin troppe informazioni, ma ecco quelle riferite alle tecnicità della parte radio:

HF telemetry data will be plotted on to the Spacenear.us map. To contribute you'll need a HF radio which can do SSB on 40m, an aerial, a computer running Windows/Linux/Mac OSX and some software: dl-fldigi. Dl-fldigi is an adapted version of the excellent soundcard decoding software fldigi, the modifications allow for telemetry strings to be detected, validated and uploaded to a central server where they are then plotted onto a map.
Currently the plan is for the transmitter to tx on 7.1035 MHz which means that you should tune to 7.102 Mhz on USB mode. The transmitter will alternate between RTTY and DominoEX - dl-fldigi can autoconfigure this for you, all you need to do is press the switch button on the right hand side of the interface.

Perché se la partenza dovrebbe avvenire tra un paio d'ore, Radiopassioni dà la notizia così a ridosso dell'evento? Ma perché me ne sono accorto solo adesso, no? In ogni caso il viaggio dovrebbe durare da 2 a 3 giorni, ci sarà tutto il tempo di monitorare il suo corso. C'è una grande ironia che riguarda il destino ultimo di questa delicatissima, audace missione: a giudicare dall'itinerario stimato il pallone dovrebbe atterrare nei pressi di Bengasi.


23 marzo 2011

Le micro Web TV italiane ricordano Mohammad Nabous

Il Web piange la scomparsa di Mohammad "Mo" Nabous, il fondatore della Web TV "Libia Libera" (Libya al-Hurra), ucciso da un cecchino a Bengasi (qui la sua ultima corrispondenza in diretta telefonica):



Democracy Now! il programma di Amy Goodman e Juan Gonzalez prodotto per il circuito americano liberal Pacifica lo aveva intervistato il 26 febbraio. Nel suo programma del 17 marzo Democracy Now! ha anche trasmesso una bella corrispondenza di Anjali Kamat (minuto 47:35 del video raggiungibile qui) dal "Media Center" a cui fa riferimento la radiofonica Voce della Libia Libera.
Mo Nabous verrà ricordato venerdì anche dalle microWebTv italiane del circuito Altratv.tv e mi preme segnalare questo evento perché dell'uccisione di questo reporter, avvenuta sabato, non si è parlato molto. In questo momento la sinistra pacifista sta assumendo nei confronti degli insorti della Cirenaica un atteggiamento che trovo abbastanza ambiguo e inutilmente pro-gheddaffiano. Sul versante opposto i fautori delle azioni militari sembrano avere come primo obiettivo la cacciata del Raìs. Insomma, quelli che hanno preso le armi a febbraio, hanno catturato gli ormai famosi trasmettitori in onde medie e forse stanno cercando di mettere insieme una possibile alternativa politica per il futuro della Libia, al momento si beccano una pioggia di piombo e granate e godono di pessima stampa. Va bene che la situazione è confusa e che la componente tribale, "di clan", nel conflitto libico prima dell'attacco occidentale era evidente. Ma è possibile che di colpo nessuno abbia più voglia di dar credito a coloro che hanno osato sfidare lo status quo imposto dal colonnello?

Venerdì 25 marzo alle ore 15, in diretta su Altratv.tv e sulle micro web tv
LA RETE RICORDA “MO” E RIFLETTE SULLA RIVOLUZIONE ARABA (DIGITALE)

Diretta “a rete unificata” ricordando Mohammad Nabous detto “Mo” La rete rende omaggio al blogger-fondatore della prima web tv di Bengasi. La rivoluzione araba vissuta anche attraverso i social network e la rete. In studio Carmen Lasorella, collegamenti con blogger di tutto il mondo.

Roma, 23.03.2011 - Tutta la rete piange in queste ore il blogger libico Mohammad Nabous detto Mo, freddato da un cecchino perché impegnato a denunciare sul web il regime di Gheddafi. Mo, 30 anni con moglie incinta, è stato ucciso in diretta streaming a Bengasi da un colpo d’arma da fuoco sparato alla testa da un difensore del raìs. Fondatore di Lybia Alhurra, la prima web tv di Bengasi, Mo stava raccogliendo prove contro le false dichiarazioni del cessate il fuoco da parte del regime del rais. Ora la battaglia di Mo resta nei video, nei post, nei tweet. E nell'eredità che lascia alla rete.
Così a poche ore dalla sua morte proprio la rete intende omaggiarlo e ripercorrere i passaggi di una rivoluzione che si è rafforzata anche grazie a Internet. In soli tre mesi, dalla Tunisia alla Libia passando per l'Egitto, donne e giovani sono scesi in prima fila in strada e sul web. Twitter, foto e video si sono diffusi. Nonostante l'accesso limitato ad Internet, i media digitali e i dispositivi mobili hanno fornito alle rivoluzioni per la democrazia nel nord-Africa la possibilità di esprimersi liberamente, lontani dal potere di controllo del governo sui media tradizionali.
Secondo uno studio di Al Jazeera ad oggi i post twittati in Libia sono stati quasi 95.000, in Egitto 43.300; più staccati, Bahrain con 15.000 tweet e Yemen con quasi 9.000. Il 40% dei quali scambiati grazie a dispositivi mobili.
Venerdì 25 marzo dalle ore 15 alle ore 18 su Altratv.tv e sulle micro web tv italiane andrà online una nuova puntata di "Academy", il workshop formativo mensile, stavolta dedicato tutto a Mo e alla rivoluzione araba digitale. Una diretta per capire cosa sta accadendo nel nord-Africa e per comprendere meglio se e come i social network abbiano influito nella rivoluzione araba digitale. Focus anche all'Italia per mostrare come la rete dal basso sia per gli stranieri un punto di riferimento assoluto. In trasmissione esperti della rete, giornalisti, professori, blogger e videomaker. Ci collegheremo con le “antenne” del web che ora dopo ora dal Maghreb mantengono accesa l'informazione in rete. In studio a Bologna ci saranno molti ospiti, tra cui Carmen Lasorella, giornalista corrispondente di cronaca estera nelle aree più in guerra del mondo e oggi a capo di San Marino RTV.
Se hai una micro web tv, una web radio, un micromedia iperlocale o un sito personale puoi rilanciare la diretta embeddando il player sulla tua home page. Per richiedere il codice puoi scrivere a info (at) altratv (dot) tv

22 marzo 2011

Chi comanda qui? La "WikiLeaks radiofonica" e la Libia

Come succede sempre quando a intervenire in una situazione di crisi c'è una alleanza militare, la situazione in Libia (e purtroppo nelle limitrofe nazioni medioorientali) oltre a farsi più complessa da analizzare e spiegare geopoliticamente, diventa dilaniante sul piano etico. Una grossa differenza, rispetto ad analoghi interventi militari nei cieli della ex Jugoslavia, la stanno facendo non tanto le informazioni che corrono su Internet (per la verità molto scarne se facciamo la tara degli infiniti "retweet" e del sito February17.info), quanto l'inedita combinazione di informazioni rimescolate da Internet, dalla stampa periodica, dalla televisione satellitare e, per una volta, dalla radio. In un modo che non posso fare a meno di paragonare a un "effetto WikiLeaks", le notizie che appaiono su questo blog e su molte altre centrali di comunicazione per radioappassionati, un tempo chiuse ai "non addetti ai lavori", stanno esplodendo sui media mainstream.
Le prime avvisaglie c'erano state a fine febbraio, quando la notizia, apparsa su Radiopassioni, delle prime intercettazioni delle frequenze in onde medie di Sawt Libya al-Hurra, la voce della Libia libera, era stata ripresa dal sito del Sole 24 Ore e da Radio 24. La redazione dell'emittente ribelle è apparsa nei giorni successivi su molti quotidiani internazionali, incluso il Washington Post. Ma lo scoop è arrivato lo scorso weekend, a operazioni militari ormai iniziate. La ricezione del messaggio che le forze attaccanti rivolgono a marinai e soldati libici sulle frequenze in onde corte aeronavali, per invitarli a cessare ogni ostilità, ha destato enorme scalpore.
Ieri, lunedì 21, Gianluca Nicoletti di Melog 2.0 (la puntata in archivio) mi ha chiesto di partecipare alla trasmissione per rispondere all'interrogativo: siamo in guerra? (sì lo siamo e stiamo attaccando). La redazione degli esteri del Secolo XIX di Genova, ascoltato il programma, mi ha telefonato per farmi una intervista (sono a pagina 6 dell'edizione di oggi e nel ringraziare l'estensore, Luca De Carolis, per la sua precisione, chiedo ai titolisti di ricordarsi di portarmi le arance nel caso dovessi finire in un carcere militare).
Le attività di chi sorveglia per pura passione e interesse culturale o tecnico, le trasmissioni radio in onde medie e corte che giungono dal nuovo teatro di guerra, sono finite anche nel radar di Wired americano, in una rubrica, "Danger Room" dedicata alla sicurezza. Notizie come il possibile coinvolgimento della stazione di propaganda volante di Commando Solo, sottolinea la rivista che rappresenta il top della cultura dei "digerati", arrivano non perché le riveli il Pentagono, ma perché lo dicono i monitor come l'olandese "Huub", ex militare impegnato in un costante sorvegliamento del traffico aereo:

The U.S. military has dispatched one of its secret propaganda planes to the skies around Libya. And that “Commando Solo” aircraft is telling Libyan ships to remain in port – or risk NATO retaliation. We know this, not because some Pentagon official said so, but because one Dutch radio geek is monitoring the airwaves for information about Operation Odyssey Dawn — and tweeting the surprisingly-detailed results. On Sunday alone, “Huub” has identified the tail numbers, call signs, and movements of dozens of NATO aircraft: Italian fighter jets, American tankers, British aerial spies, U.S. bombers, and the Commando Solo psyops plane (pictured).

I tweet di Huub (@FMCL su Twitter) rimandano in queste ore anche alle attività di un monitor britannico presumibilmente in forze su una fregata inglese, la HMS Cumberland, e soprattutto di Cencio4, nickname di David Cenciotti, pilota e fotogiornalista romano altamente specializzato. Il suo blog in lingua inglese è una miniera di dati sull'aviazione militare. La WikiLeaks radiofonica che svela molti retroscena tattici della guerra di Libia (senza peraltro compromettere informazioni veramente sensibili, che sono evidentemente protette) vede tra le sue risorse anche il blog Milcom, il gruppo Yahoo UDXF e il forum del sito ACIG.org, Air Combat Information Group.
Come concludeva ieri Gianluca su Melog 2.0, forse il merito principale di tutte queste rivelazioni consiste nel trascinare bruscamente la guerra in un contesto di realtà assai più tangibile del pastone retorico-propagandistico che i mezzi di comunicazione tradizionali ci propinano in tali frangenti. Un modesto contributo per cercare di restituire ai cittadini quel ruolo di guardiani della trasparenza nei meccanismi decisionali che in Italia e in molte altre nazioni "democratiche" sono spesso ignorate dagli stessi rappresentanti liberamente eletti. Se pensate che nel conflitto libico l'Italia ha deciso di concedere le proprie basi militari e di far volare i propri caccia ancor prima di una vera e propria discussione parlamentare, potete rendervi conto della grave distonia esistente tra un apparato che sulla carta dovremmo controllare noi e il tanto decantato "popolo sovrano".
Ma le comunicazioni militari, per quanto interessanti da un punto di vista tecnico e storico, non valgono mai le sensazioni che possiamo trarre dall'ascolto della radio come la conoscono tutti, quella delle trasmissioni rivolte al pubblico. Da quello che possiamo leggere nei dispacci che dopo Tunisia, Egitto e Libia, arrivano oggi da nazioni come lo Yemen, il Bahrain, persino la Siria, i focolai di protesta ancora in corso non promettono nulla di buono ora che il pur fragile tabù dell'intervento militare è stato spezzato. Quali sono le opportunità di ascolto qui in Italia delle trasmissioni radiofoniche in diretta dalle tre nazioni citate? Radio Bahrain è molto rara sulle onde medie, specialmente al nord, ma la sua frequenza in onde corte, 9745 kHz, che riprende il programma musicale trasmesso in FM, è abbastanza frequente dal tardo pomeriggio in poi. Lo Yemen di Radio Sana'a aveva una frequenza "non canonica" in onde medie (760 kHz al posto dei 765 della canalizzazione normale), decisamente non facile da ascoltare. Era abbastanza usuale in onde corte, su 9780 kHz e rotti, ma negli ultimi mesi le segnalazioni di questa frequenza non sono state molto numerose. Diverso il caso della Siria, che oltre a essere segnalata sui nominali 783 kHz delle onde medie (anche qui, la frequenza reale sembrerebbe è spostata su 781-782) per il servizio interno, ha un servizio per l'estero, Radio Damascus, molto ben organizzato (qui il podcast, regolarmente aggiornato). Le frequenze utilizzate sarebbero queste, ma sembra che in questi giorni i 12085 kHz non siano utilizzati e i 9330 funzionino un po' a singhiozzo:

  • 1600-1700 UTC/GMT Turkish daily 9.330 Khz, 12.085 Khz
  • 1700-1800 UTC/GMT Russian daily 9.330 Khz, 12.085 Khz
  • 1800-1900 UTC/GMT German daily 9.330 Khz, 12.085 Khz
  • 1900-2000 UTC/GMT French daily 9.330 Khz, 12.085 Khz
  • 2100-2200 UTC/GMT English daily 9.330 Khz, 12.085 Khz
  • 2200-2300 UTC/GMT Spanish daily 9.330 Khz, 12.085 Khz
Secondo l'emittente i programmi sono diffusi anche via satellite su Hot Bird/13.0°E con i seguenti parametri:

Frequency: 12380 Mhz
Polarization: Vertical
Symbol Rate: 27500

Per le altre nazioni di questa area geografica in perenne fermento, non resta che fare affidamento a due risorse fondamentali per il reperimento di frequenze e orari di trasmissione radio: EMWG per le onde medie e la guida Middle East on shortwaves del British DX Club.

21 marzo 2011

Stamane Radio 24 e Radio 3 parlano di radio e Libia

Due Andrea alla radio per la Libia. L'infuocarsi del Mediterraneo durante il weekend ha fatto proliferare le segnalazioni degli appassionati che sorvegliano le onde medie e corte "broadcast" e i servizi di comunicazione aeronavali, militari e civili fin dall'inizio della crisi libica. Attività queste ultime decisamente borderline, visto che in genere la "normativa vigente" proibisce se non l'ascolto almeno la divulgazione dei contenuti. Non so se verremo arrestati tutti, ma da un po' di tempo a questa parte - forse complice anche WikiLeaks - sembra che certi tabù siano crollati, e con essi la naturale riluttanza dei DXer nel divulgare certi dettagli. Insieme alle registrazioni delle emittenti in onde medie che trasmettono da settimane dalla Libia orientale, ecco spuntare tranquilamente su You Tube, come se si trattasse del filmino della festa di laurea, i messaggi rivolti alle forze armate e navali libiche trasmessi su frequenze HF di servizio o addirittura il traffico voce in corso tra gli aerei NATO e le loro basi. E il giornalismo ufficiale comincia a capire che si tratta di materiale interessante, che va oltre la cronaca di "colore" e permette di farsi un'idea in più della situazione sul campo.
Se siete interessati, questa mattina dovrei essere al telefono con Gianluca Nicoletti per Melog 2.0, su Radio 24, dopo le ore 10. Contemporaneamente, Andrea Borgnino sarà ospite di Tutta la città ne parla, su RAI Radio 3, tra le 10 e le 10:45.

20 marzo 2011

Guerra in Libia, le voci nell'etere

Nelle prime ore dell'offensiva militare operata da alcune nazioni NATO, ecco un audioriassunto della guerra libica vissuta sulle onde della radio, in onde medie e corte. Alle frequenze riportate qui di seguito si sono aggiunte quelle monitorate dagli specialisti in comunicazioni di servizio aeronavali. La stessa comunità degli "utility DXer" sta discutendo se è il caso di diffondere attraverso Internet i dettagli sulle comunicazioni dei mezzi aeronavali e degli aerei radar. Alcuni di questi monitor sono ex militari che invitano i colleghi appassionati a non divulgare informazioni potenzialmente utili al governo libico (che peraltro potrebbero attivare operazioni di disturbo). Altri obiettano che le frequenze NATO vengono utilizzate da anni senza particolari variazioni e che è difficile credere che i militari libici non le conoscano già.

1) http://www.youtube.com/watch?v=R5ZaOq1qfjs



(Sawt al Libya al-Hurra Voce Libia Libera, 1125 kHz, registrata da un ricevitore siciliano controllato remotamente il 22 febbraio, il primo trasmettitore ex governativo "catturato" nella zona di Bengasi, a El Beida)

______

2) http://www.youtube.com/watch?v=xsrmH8H-6EE



(Sawt al Libya al-Hurra ascoltata in Sardegna su 675 kHz il 27 febbraio. Trasmettitore di Bengasi.)

________

3) http://soundcloud.com/stefanazz/20110319-1449khz-tripoli
In piena controffensiva governativa, quando le agenzie riportano dei bombardamenti sulla parte est del paese ancora in mano ai rivoltosi, il trasmettitore su 1449 kHz - silente da giorni ma fino a quel momento sicuramente in mano ai governativi, insieme alle frequenze di 711, 972, 1053 e 1251 kHz (che trasmettono una miscela di programmi interni, audio del canale ufficiale televisivo e programmi per l'estero di "Sawt Afriquia, Voice of Africa2) - comincia di colpo, è il 18 marzo, a trasmettere uno strano "loop" di invocazione alla grandezza di Allah. La registrazione è stata effettuata a Roma. Alcuni monitor affermano di aver ascoltato identificazioni di al-Hurra, ma non si capisce bene chi stia veramente controllando questo potente trasmettitore che sembrerebbe localizzato ad Al Assah nella parte occidentale del paese, quasi al confine con la Tunisia, zona teoricamente in mano al Rais. Molto interessante a questo proposito la prova goniometrica effettuata ieri sera, il 19 marzo, da Salvo Micciché da Ragusa. Il segnale sembra essere più intenso in direzione sud, il che lascerebbe pensare a una attivazione di un impianto nell'area ancora ribelle di Misurata. Di notte 1449 può coprire tutta Europa e Nord Africa.

______


4a)
4b)

Registrato da Andrea Borgnino a Roma, questo drammatico messaggio in arabo, inglese e francese, viene diffuso da domenica mattina dalle forze Nato in onde corte (6877 kHz, in "banda laterale superiore") sulle frequenze e con il tipo di modulazione delle comunicazioni aeronavali. E' l'appello alle forze libiche a cessare ogni ostilità e a disobbedire agli ordini di imbarco, pena la distruzione immediata. Nel secondo clip si sente il "jamming" di disturbo trasmesso sulla stessa frequenza dai libici.
L'origine del messaggio non è certa: potrebbe trattarsi di una trasmissione di Commando Solo, la stazione radio aviotrasportata utilizzata da anni dall'esercito Usa per missioni di "psyop" (guerriglia psicologica) su teatri come il Kossovo, l'Iraq e l'Afghanistan, o più verosimilmente, visto il tempo necessario per dispiegare il C130 di Commando Solo, da una nave e da una base Nato nel sud del Mediterraneo (Cipro, Sicilia?)

18 marzo 2011

Voci di guerra nell'etere libico

Improvvisa accelerazione degli eventi sull'etere libico delle onde medie. Fino a ieri abbiamo avuto frequenze "governative", alcune che riprendevano l'audio della tv nazionale o i programmi per l'estero di Voice of Africa (711, 972, 1053, 1251 kHz, più 7500 e 8500 kHz nelle corte) e a est i trasmettitori "liberi" di Libya al Hurra (675 e più debole 1125 kHz). Oggi di colpo, dopo parecchi giorni di silenzio, si riaccendono i 1449 kHz, da un impianto quasi al confine tunisino, con presunti annunci ribelli. Che sta succedendo? In questo preciso momento, a Milano riesco a sentire 1449 con un loop ripetuto senza sosta: «La Ilah ill'Allah, Allah wa Akbar Ullah, non esiste altro Dio fuori di Allah, il più grande degli Dèi».


Il problema è che i 1449 corrispondono (o almeno corrispondevano) all'impianto di Al Assah, situato a ovest di Tripoli, verso il confine con Tunisi e il segnale che sto ascoltando io sembra provenire proprio da quella direzione. In giornata sono arrivati rapporti di ascolto che ipotizzano una identificazione "Libya Al Hurra min Misrata". Si tratta di una ipotesi poco credibile, Misurata è da tutt'altra parte. Ma possibile che il trasmettitore sia caduto in mano ai ribelli? Devo riconoscere che dopo aver esagerato in ottimismo poche settimane fa, quando avevo espresso la convinzione di una soluzione piuttosto rapida (e favorevole agli insorti) della crisi libica, adesso non voglio sbilanciarmi. Resta il fatto che ciò che stiamo leggendo sui giornali o scorgendo in televisione assomiglia sempre più a una verità solo parziale.
Il monitoraggio dello spettro sotto i 30 MHz, ci aiuta inoltre a capire che lo scenario si sta animando anche sul piano militare. Gli specialisti del cosiddetto "utility dx", l'ascolto a grande distanza del traffico radio non broadcast, civile o militare, hanno segnalato due frequenze HF della Marina libica, 7871 e 10404 kHz, con traffico voce. Poche ore fa, invece, il sorvegliamento delle frequenze del controllo di volo sull'Atlantico settentrionale ha rilevato movimenti di aerei militari, inclusi i caccia F18, in transito dal Canada all'Europa.
Mentre ero a Favignana ho avuto modo di osservare da terra i voli degli AWACS, gli aerei-radar britannici che da un paio di settimane stanno volando sopra il golfo delle Sirte per supplire con i loro strumenti aviotrasportati alla mancanza di indicazioni normalmente fornite dalla torre di controllo di Tripoli, che fa parte di un fondamentale network di "air traffic control" civile dell'Africa nord-orientale (tutti i voli dal Sud-Est del continente e dall'Asia meridionale passando per la rotta sorvegliata da Tripoli, Cairo, Khartoum, Addis Abeba). Da qualche tempo "Tripoli radar" è spento o comunque inaffidabile. Ora però è prevedibile un rapido dislocamento delle forze che dovranno imporre la no-fly zone ed è verosimile che da questa operazione di polizia dei cieli possa scaturire un più attivo sostegno alla Libia orientale. Un sostegno al quale il nostro governo, dimenticati in fretta tende, cammelli, baciamano, vergini, corani e trattati di amicizia, intenderebbe dare il suo contributo armato.

17 marzo 2011

Nanoticinesi nello spazio: il successo di TIsat-1

A margine della notizia sullo sfortunato lancio della missione satellitare della NASA Glory, nella quale sono andati perduti tre nanosatelliti amatoriali CubeSat, mi hanno scritto dal Canton Ticino due radioamatori locali - Gianluigi HE9ZKC e Fabio HB9AUS - per precisare che altre missioni CubeSat hanno avuto un grande successo. Una di queste ha visto la messa in orbita di un nanosatellite radioamatoriale tutto ticinese, il TIsat-1 (call radioamatoriale HB9DE) lanciato il 12 luglio scorso dal Nanosatellite Launch Service della Canadese UTIAS/SF (Univeristà di Toronto) dalla base indiana del Satish Dhawan Space Centre in Sriharikota, Andhra Pradesh, a bordo di un veicolo Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV-C15) della Antrix Corporation. Qui trovate una lista di tutte le missioni NLS promosse da UTIAS.
Il TIsat-1 è stato progettato interamente in Ticino dalla scuola superiore SUPSI una "fachschule" di livello universitario che insieme alla Università della Svizzera Italiana e ad altre scuole di alta formazione rappresenta validamente il settore dell'educazione superiore nella regione svizzera di cultura italiana. Il nanosatellite radioamatoriale nasce per iniziativa del Dipartimento Tecnologie Innovative della SUPSI e come spiegano Gianluigi e Fabio nei loro commenti può essere monitorato (con antenne ad alto guadagno) su due frequenze, quelle del radiofaro che opera in CW su 437,305 MHz e del secondo downlink di 145,98 MHz che ripete sulla stessa frequenza le richieste dei controllori identificandosi in CW in modulazione FM.
A bordo del piccolo veicolo orbitale un piccolo laboratorio di sensori raccoglie una serie di informazioni ambientali. La telemetria viene raccolta e analizzata in questa pagina Web. Dalla stessa pagina si può prelevare il manuale delle comunicazioni implementate sul TIsat e volendo si può prelevare il TIsat Demodulator, per analizzare in casa propria la telemetria. Il tracciamento in tempo reale del satellite avviene molto facilmente grazie al servizio N2YO, che visualizza i tracciati orbitali di tutti i veicoli orbitanti su un mashup con Google Maps. Questa è la scheda di TIsat-1 nel Master Catalog della NASA.
Complimenti allo SpaceLab 2010 della DTI della SUPSI per l'ottimo andamento di questa missione.

Ecco i dettagli della missione CubeSat UKube-1

Sollecitato da Enrico, disposto a partecipare a una minicordata, ho provato ad acquistare un FunCube Dongle all'asta che su è tenuta ieri sera. L'asta via PayPal è l'unico mezzo per acquistare questo dispositivo che periodicamente mette in palio qualche decina di lotti. In genere questi vanno esauriti nel giro di una manciata di secondi a partire dall'ora ufficiale di inizio della vendita online. Sarà stata la fortuna del principiante ma mi sembra di esserci riuscito, almeno a giudicare dal messaggio di approvazione del pagamento ricevuto da Paypal. Questo piccolo front end USB per applicazioni SDR si basa su un chip per la ricezione televisiva e quello che conta per me è che può essere controllato da una applicazione Mac. Il sito di Alexandru Csete, fisico che lavora in Danimarca (ma di chiare origini non scandinave) ha compilato in ambiente QT una applicazione che imposta la frequenza per il FCDongle. Il resto dovrebbero farlo le applicazioni SDR per Mac e i vari software di "cavetteria" virtuale per questa piattaforma, tipo SoundFlower. Almeno credo.
FunCube Dongle nasce nell'ambito dell'operazione FunCube, progetto radioamatoriale satellitare inserito nel quadro dell'iniziativa UKube-1, a sua volta inquadrata nel più ampio del progetto CubeSat di Caltech, San Luis Obispo e Stanford Space Systems Development Lab (qui c'è anche un forum di discussione e una lista di progetti CubeSat compilata da Amsat).
All'inizio del prossimo anno (Maya permettendo) la missione britannica dovrebbe lanciare nello spazio un payload costituito da diversi nanolaboratori orbitali. Proprio in queste ore la UK Space Agency ha fornito i dettagli sulla missione, annunciando i quattro progetti che sono stati approvati da una lista di una decina di proposte.

UK’s first CubeSat mission starts to take shape

The UK Space Agency has today (17th March 2011) revealed the instruments and experiments that will be launched into orbit onboard the UKube-1 CubeSat in early 2012.

The winning payloads from the UK Space Agency’s payload competition include the first GPS device aimed at measuring plasmaspheric space weather; a camera that will take images of the Earth and test the effect of radiation on space hardware, using a new generation of imaging sensor; an experiment to demonstrate the feasibility of using cosmic radiation to improve the security of communications satellites and to flight test lower cost electronic systems; and a payload made up of 5 experiments that UK students and the public can interact with.
UKube-1 - a nanosatellite that will allow the UK to test new technologies and carry out new space research quickly and efficiently - is an exciting and novel collaboration between the UK Space Agency, industry and academia, and is envisaged as the pilot for a full national CubeSat programme.
As well as providing a fantastic opportunity for innovative UK companies and UK academics to collaborate on a national space project, UKube-1 is also useful for training the next generation of space engineers and will include a tiny radio transmitter for science education, and a materials science experiment from which school students can receive data. The system, funded by volunteer members and friends of AMSAT-UK, is called FUNcube and will be integrated with UKube-1 as part of the programme.
Dr David Williams, Chief Executive of the UK Space Agency, said, “UKube-1 is really starting to take shape. Our payload competition has enabled us to include a wide variety of innovative instruments and experiments that will drive the development of UK space technologies and help to enthuse UK students about science. CubeSat missions offer opportunities for a wide range of people to get involved in space activity, removing barriers and encouraging innovation.”

Astrium ‘Janus’ experiment
Astrium's Janus payload is designed to demonstrate the feasibility of using space-based cosmic radiation to produce true random number generation in satellites for the first time. Random number generation is an essential component of secure communication systems and the Janus payload could pave the way for highly-secure telecommunication satellites. The Janus mission will also act as a technology demonstrator to determine the effects of cosmic radiation on a high performance integrated circuit in the payload - a Xilinx Field Programmable Gate Array (FPGA). The FPGA has the potential to be re-programmed in orbit and therefore could lead to further advancements in the payload's overall functionality.

CMOS Imager Demonstrator
The Open University’s CMOS Imager Demonstrator is based on new sensor technology which is being developed and evaluated for space use. It is designed to perform a variety of imaging tasks and will take images of the Earth and test the effect of radiation on instruments in space.

myPocketQub
UKSEDS myPocketQub is a pocket spacecraft that will carry a stack of different experiments, allowing students and hobbyists to take part in a space mission.
The three core goals of myPocketQub are to allow up to 365 people to try their experiments in space on a pocket spacecraft for a day; help people to develop payloads for pocket spacecraft at home, school or university; and demonstrate an open source pocket spacecraft design.

TOPCAT
TOPCAT, a project from the University of Bath, will be the first GPS device aimed at measuring space weather conditions in the plasmasphere (the areas of space just beyond the earth’s atmosphere). The results from the measurements taken by TOPCAT will allow these conditions to be monitored and reacted to, reducing negative implications for GPS and improving systems such as satellite navigation and telecommunications. TOPCAT is funded by the University of Bath and the Bath Alumni Fund.

Dr Ronan Wall, UKube-1 programme manager and systems engineer at Astrium, said, “With the securing of this major milestone, we can now concentrate on getting these payloads and the spacecraft itself mission-ready. Thanks to the efforts put in by the payload, platform and ground segment teams, UKube-1 will allow scientific discoveries, demonstrate technological innovation and throw open the doors of space experiments to the UK school and university population – all from a cost-effective, 4.5kg satellite”.
The funding partners for UKube-1 are the UK Space Agency, the Science and Technology Facilities Council and the Technology Strategy Board. The spacecraft is being developed through an existing Knowledge Transfer Partnership (KTP) with innovative Scottish space company Clyde Space and the University of Strathclyde. Engineering and programme management support is provided by the UK’s largest space company, EADS Astrium Ltd. The platform development is supported through internal funding from ClydeSpace and STFC sponsorship of the KTP.
As well as the platform and payload elements of the mission, UKube-1 is being generously supported by three Ground Stations. Led by the STFC Rutherford Appleton Laboratory’s Ground Segment, these crucial elements will provide the link to the orbiting spacecraft, as well as full planning of the operations. The supporting ground stations are provided by Dundee and Strathclyde Universities.
Companies providing free support to UKube-1 include Isotron, Xilinx, Invotec and DS SolidWorks Corp.

Una radio da un millimetro cubo contro il glaucoma

I ricercatori dell'Università del Michigan hanno messo a punto un sensore di pressione intra-oculare da utilizzare per il monitoraggio preventivo dell'insorgenza di glaucoma. Un sistema computerizzato che ha le dimensioni di una lettera "N" sulla moneta da un centesimo di dollaro! Il risvolto più interessante per noi è la presenza di un sofisticato sistema di trasmissione dati FSK "near-field", con una antenna realizzata con tecniche di incisioni CMOS che ha una dimensione complessiva di 1,2 x 1,6 millimetri e risuona nella banda dei 60 GHz consumando pochi nanoWatt (e non ha bisogno di cristallo di riferimento, essendo "auto-riferita"). La batteria che alimenta il sistema, programmato per rilevare la pressione ogni 15 minuti e accumulare fino a una settimana di misurazioni, che possono essere "scaricate" eccitando la radio di bordo dall'esterno. L'ingegnerizzazione di questa picolla meraviglia apre la strada a un mondo di applicazioni
basate su reti di sensori praticamente invisibili. Quello che segue è il testo del comunicato stampa di UniMichigan, ma tre dei responsabili del progetto, David Blaauw, David Wentzloff e Dennis Sylvester, hanno pubblicato un più dettagliato articolo sulla parte RF, "Shrinking radios for millimeter-scale computers". Lo trovate su EEtimes.

Toward computers that fit on a pen tip: New technologies usher in the millimeter-scale computing era

ANN ARBOR, Mich.---A prototype implantable eye pressure monitor for glaucoma patients is believed to contain the first complete millimeter-scale computing system.
And a compact radio that needs no tuning to find the right frequency could be a key enabler to organizing millimeter-scale systems into wireless sensor networks. These networks could one day track pollution, monitor structural integrity, perform surveillance, or make virtually any object smart and trackable.
Both developments at the University of Michigan are significant milestones in the march toward millimeter-scale computing, believed to be the next electronics frontier.
Researchers present papers on each today at the International Solid-State Circuits Conference (ISSCC) in San Francisco. The work is being led by three faculty members in the U-M Department of Electrical Engineering and Computer Science: professors Dennis Sylvester and David Blaauw, and assistant professor David Wentzloff.

Bell's Law and the promise of pervasive computing

Nearly invisible millimeter-scale systems could enable ubiquitous computing, and the researchers say that's the future of the industry. They point to Bell's Law, a corollary to Moore's Law. (Moore's says that the number of transistors on an integrated circuit doubles every two years, roughly doubling processing power.)
Bell's Law says there's a new class of smaller, cheaper computers about every decade. With each new class, the volume shrinks by two orders of magnitude and the number of systems per person increases. The law has held from 1960s' mainframes through the '80s' personal computers, the '90s' notebooks and the new millennium's smart phones. "When you get smaller than hand-held devices, you turn to these monitoring devices," Blaauw said. "The next big challenge is to achieve
millimeter-scale systems, which have a host of new applications for monitoring our bodies, our environment and our buildings. Because they're so small, you could manufacture hundreds of thousands on one wafer. There could be 10s to 100s of them per person and it's this per capita increase that fuels the semiconductor industry's growth."

The first complete millimeter-scale system

Blaauw and Sylvester's new system is targeted toward medical applications. The work they present at ISSCC focuses on a pressure monitor designed to be implanted in the eye to conveniently and continuously track the progress of glaucoma, a potentially blinding disease. (The device is expected to be commercially available several years from now.)
In a package that's just over 1 cubic millimeter, the system fits an ultra low-power microprocessor, a pressure sensor, memory, a thin-film battery, a solar cell and a wireless radio with an antenna that can transmit data to an external reader device that would be held near the eye. "This is the first true millimeter-scale complete computing system," Sylvester said. "Our work is unique in the sense that we're thinking about complete systems in which all the components are low-power and fit on the chip. We can collect data, store it and transmit it. The applications for
systems of this size are endless."
The processor in the eye pressure monitor is the third generation of the researchers' Phoenix chip, which uses a unique power gating architecture and an extreme sleep mode to achieve ultra-low power consumption. The newest system wakes every 15 minutes to take measurements and consumes an average of 5.3 nanowatts. To keep the battery charged, it requires exposure to 10 hours of indoor light each day or 1.5 hours of sunlight. It can store up to a week's worth of information. While this system is miniscule and complete, its radio doesn't equip it to talk to other devices like it. That's an important feature for any system targeted toward wireless sensor networks.

A unique compact radio to enable wireless sensor networks

Wentzloff and doctoral student Kuo-Ken Huang have taken a step toward enabling such node-to-node communication. They've developed a consolidated radio with an on-chip antenna that doesn't need the bulky external crystal that engineers rely on today when two isolated devices need to talk to each other. The crystal reference keeps time and selects a radio frequency band. Integrating the antenna and eliminating this crystal significantly shrinks the radio system. Wentzloff's is less than 1 cubic millimeter in size.
He and Huang's key innovation is to engineer the new antenna to keep time on its own and serve as its own reference. By integrating the antenna through an advanced CMOS process, they can precisely control its shape and size and therefore how it oscillates in response to electrical signals.
"Antennas have a natural resonant frequency for electrical signals that is defined by their geometry, much like a pure audio tone on a tuning fork," Wentzloff said. "By designing a circuit to monitor the signal on the antenna and measure how close it is to the antenna's natural resonance, we can lock the transmitted signal to the antenna's resonant frequency."
"This is the first integrated antenna that also serves as its own reference. The radio on our chip doesn't need external tuning. Once you deploy a network of these, they'll automatically align at the same frequency." The researchers are now working on lowering the radio's power consumption so that it's compatible with millimeter-scale batteries.
Greg Chen, a doctoral student in the Department of Electrical Engineering and Computer Science, presents "A Cubic-Millimeter Energy-Autonomous Wireless Intraocular Pressure Monitor." The researchers are collaborating with Ken Wise, the William Gould Dow Distinguished University Professor of Electrical Engineering and Computer Science on the packaging of the sensor, and with Paul Lichter, chair of the Department of Ophthalmology and Visual Sciences at the U-M Medical School, for the implantation studies. Huang presents "A 60GHz Antenna-Referenced Frequency-Locked Loop in 0.13μm CMOS for Wireless Sensor Networks." This research is funded by the National Science Foundation. The university is pursuing patent protection for the intellectual property, and is seeking commercialization partners to help bring the technology to market.

Tre Android app per i vostri calcoli circuitali RF

Faust Nijhuis, progettista freelance di impianti a micro-onde, ha sviluppato tre interessanti app per Android, una delle quali gratuita, per il calcolo di numerose funzioni elettroniche e formule circuitali RF. "Rf & Microwave Toolbox lite" (gratis), "Rf & Microwave Toolbox Pro" (4.49 euro) e "Electronic Toolbox" (1.49 euro) si trovano sul Market e su altri siti di app, come da indicazioni.


Rf & Microwave Toolbox lite

This is the lite and free version of the rf & microwave tool box with the following tools:

PI and T attenuator calculator
Reflectometer calculator
Mismatch error limits calculator
Capacitor Calculator
Low Pass filter Calculator
Parallel LCR impedance calculator




Rf & Microwave Toolbox

This tool box contains the following tools:

PI and T attenuator calculator
Reflectometer calculator
Mismatch error limits calculator
Microstrip calculator
Stripline calculator
Coplanar waveguide calculator
Coupled microstrip calculator
Coupled stripline calculator
Power and voltage converter
Field intensity and power density converter
Parallel LCR impedance calculator
Series LCR impedance calculator
Inductor impedance calculator
Capacitance impedance calculator
Ohm's Law calculator
Radar equation calculator (2-way path loss)
Radio equation calculator (1-way path loss)
Air Core Inductor Inductance Calculator
Capacitor Calculator
Noise floor Calculator
Noise figure Calculator
Skin depth Calculator
Low Pass filter Calculator
High Pass filter Calculator
Helical antenna Calculator
Band Pass filter Calculator
Peak to RMS Calculator
Mixer spur Calculator
Image rejection Calculator
Frequency Band Designations
Wilkinson power divider calculator
Rat race coupler calculator
Branchline coupler calculator

Electronic Toolbox

This tool box contains the following tools:

PI and T attenuator calculator
Power and voltage converter
Parallel LCR impedance calculator
Series LCR impedance calculator
Inductor impedance calculator
Capacitance impedance calculator
Ohm's Law calculator
Radio equation calculator (1-way path loss)
Air Core Inductor Inductance Calculator
Capacitor Calculator
Low Pass filter Calculator
High Pass filter Calculator
Band Pass filter Calculator
Peak to RMS Calculator
Mixer spur Calculator

You will find the applications in the Android Market, and to install it on your Android phone, point your phone's camera at the following QR code:









Rf & Microwave Toolbox lite









Rf & Microwave Toolbox









Electronic Toolbox


It's also possible to download the applications via the following market places ;



- motorola : users can download the apps via motorola's shop4apps.



Camera USA contro NPR: paura anche per radio digitale

Continuano gli sforzi della destra conservatrice americana che intende colpire il sistema dell'emittenza pubblica con una politica di tagli. Due progetti di legge (HR68 e 69) del senatore repubblicano Doug Lamborn puntano a un vero e proprio azzeramento dei fondi federali destinati alla Corporation for Public Broadcasting l'organismo da cui partono i soldi a sostegno della radiofonica NPR e della televisiva PBS. Martedì scorso una disposizione transitoria ("continuing resolution H.R. 1") approvata alla Camera per evitare la bancarotta del Governo federale ha introdotto una massiccia serie di tagli, tra cui la sospensione di un fondo di stabilizzazione fiscale da 50 milioni di dollari, destinato a compensare le perdite subite dalla CPB in conseguenza del calo dell'ammontare delle donazioni dei contribuenti (che in questa epoca di crisi sono meno disposti a dare soldi in beneficienza). Contemporaneamente Lamborn è tornato alla carica: mentre i suoi due progetti di legge sono ancora fermi in Commissione e rischiano di non passare al Senato, il rappresentante repubblicano ha presentato un nuovo progetto, che verrà votato alla Camera oggi (H.R. 1076). In questo nuovo disegno di legge Lamborn propone non di togliere fondi, bensì di vietare alle stazioni NPR di utilizzare fondi federali per acquistare i loro programmi. Moltissime stazioni locali non potrebbero più permettersi di acquistare i programmi a larga diffusione che le rendono popolari tra il loro pubblico.
Sembra che la nuova ondata di iniziative contro l'emittenza pubblica sia alimentata dallo sdegno suscitato da un film diffuso da James O'Keefe, giovanissimo giornalista investigativo ultraconservatore. Sul suo sito Project Veritas O'Keefe ha pubblicato un filmato in cui si vede Ron Schiller, presidente della NPR Foundation, organo che raccoglie le donazioni private per conto del network di emittenti pubbliche, mentre critica duramente il Tea Party e i conservatori americani, accusandoli di essere più ignoranti dei democratici.
Tra i suoi commenti Schiller dice anche che la NPR potrebbe anche fare a meno dei finanziamenti federali. Le polemiche suscitate dal video di O'Keefe sono stati roventi, ma un deputato democratico dell'Oregon, Earl Blumenauer (nella foto con un personaggio di KidsTv, la tv dei ragazzi PBS), ha cercato di approfondire la vicenda e ha fatto eseguire alcune perizie sul filmato. Le conclusioni sono inquietanti: secondo Blumenauer le dichiarazioni di Schiller avrebbero subito un pesante editing. Politico ha pubblicato la lettera che Blumenauer ha diffuso tra i suoi colleghi deputati per invitarli a non sostenere i nuovi disegni di legge sfavorevoli alla NPR e ha anche presentato un emendamento per correggere il taglio di 50 milioni di dollari alla CPB.
In questo dibattito è entrata anche la lobby della radio digitale basata sul sistema Ibiquity HD Radio, preoccupatissima che i tagli alle emittenti pubbliche, grandi utilizzatrici del sistema IBOC, possa danneggiare l'adozione della radio digitale negli Stati Uniti. Radio Magazine Online pubblica un accorato articolo che giudica vitale il sostegno al digitale da parte dell'emittenza pubblica americana. Da parte privata, i progetti di digitalizzazione sono sostanzialmente fermi, mentre proprio in questi giorni arriva la notizia della dismissione di Microsoft Zune HD, il player MP3 che integra una radio digitale IBOC. Microsoft avrebbe deciso di uccidere il progetto, per focalizzarsi sulla piattaforma software Zune integrata nell'ambiente smartphone Windows Phone 7. Il che ci riporta a una mia vecchia convinzione: innovazioni come la radio digitale possono essere sostenibili solo a livello pubblico, così come solo dall'iniziativa pubblica possono derivare le spinte in direzione di una programmazione radiotelevisiva di alta qualità. Non è solo una questione di destra o sinistra, ma di una politica illuminata e giusta contro una politica di affari loschi, potere facile e disprezzo delle regole civili. Questa cattiva politica, in Italia e ovunque nel mondo, ha nel mirino la cultura, specie se rappresentata dalla radio o dalla televisione pubbliche. L'emittenza pubblica fa cultura, spinge a pensare e a cercare di inseguire e dire la verità. E cultura, capacità di pensare e verità sono i peggiori nemici della cattiva politica.

16 marzo 2011

I sindacati radiotelevisivi sul caso RAIWay



Domani, festa dell'Unità, i lavoratori della RAI celebrano l'occasione in sette piazze italiane, per divulgare il ruolo del nostro ente radiotelevisivo di Stato nell'unificazione culturale della Nazione e per sensibilizzare il pubblico sulle gravi questioni di bilancio che lo affliggono, con particolare riferimento alla privatizzazione del suo braccio infrastrutturale, RAIWay. Con l'occasione verrà distribuito un volantino firmato da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal. Non c'è molto da commentare. In altre nazioni europee la privatizzazione delle operatività infrastrutturali dei broadcaster ha creato realtà industriali interessanti. Peccato che sul nostro mercato pesi l'incognita del "duopolio monopolista". L'eventuale cessione di RAIWay (chissà perché, una delle poche privatizzazioni portate avanti dalla destra, insieme a quella dell'acqua e della scuola) a mio modesto parere non avverrebbe nelle necessarie condizioni di trasparenza. L'idea che i programmi della Rai continuino a essere trasportati da un organismo controllato dall'attuale Parlamento mi preoccupa non poco. Ma l'alternativa rappresentata da un carrier "privato" (quale?) che potrebbe decidere, chessò, di far pagare qualcosa in più per il trasporto di Rai Tre, o comunque di influire in qualche modo sulla qualità del servizio di distribuzione privilegiando certi contenuti, mi lascia forse più perplesso. E' proprio il caso di procedere con questo piano di dismissione?



SoundClound, lo sfondo musicale delle città del mondo

Sempre più ricca l'offerta artistico-sonora di SoundCloud, la community di condivisione di brani musicali, campioni audio che sta diventando sempre più un punto di riferimento per la sperimentazione di nuove forme musicali, gruppi e cantanti. L'ultima newsletter di questo social network per produttori e consumatori di audio mette in evidenza l'aspetto del localismo che caratterizza i suoi contenuti. Il tag "Soundcloud local" viene utilizzato per aggregare le tracce che provengono dagli iscritti che dichiarano di provenire da una stessa città e l'esperimento di Citysounds.fm - che attinge a queste informazioni fungendo da aggregatore - mette continuamente in circolo i brani di una Web radio globale molto particolare. Sto guardando su Citysounds le statistiche riguardanti Milano e noto che la mia città è al 44esimo posto delle località più attive, con un totale di 11.300 tracce e una media di 200 nuove aggiunte a settimana.
Ma il mashup più incredibile, dal mio punto di vista, è quello proposto dal sito You are listening to... che mescola i brani locali di SoundCloud alle voci catturate dagli scanner sintonizzati sulle frequenze della polizia metropolitana di alcune città nordamericane ridiffuse su Web attraverso Radioreference.com. Per il momento si possono ascoltare Los Angeles, Chicago, New York, San Francisco e Montreal. In questo istante SoundClound mostra di avere qualche problema e va un po' a singhiozzo, ma finora quello che ho potuto ascoltare mi è sembrato stimolante.

14 marzo 2011

FM RDS su Android: una app ancora più estesa


La canadese CRC ha aggiunto una tessera molto interessante al suo mosaico di soluzioni per la radio "software defined". Dopo gli MMBtools, suite di prodotti di modulazione e codifica per la trasmissione digitale DAB+ ecco una "app" rivolta agli utenti degli smartphone Android della Samsung, in particolare il Galaxy S. Questo telefonino include un chip Silicon Labs per la ricezione dell'FM con RDS e una applicazione Samsung per la gestione di questo ricevitore "system on chip". Ma la nuova app firmata CRC, chiamata "FM TwoO" (come in FM 2.0), supporta un numero di funzioni più esteso, sfruttando ancora meglio le capacità RDS del chip Silicon Labs. Guardate la tabella qui inclusa.


CRC FM TwoO (pronounce: two "O", like in Web 2.0) receives real-time FM radio and RDS data currently on the Samsung Galaxy S family of devices.
FM TwoO uses our CRC FM-RDS Android Library to access the embedded FM receiver. The CRC FM-RDS Android Library is available free of charge to third party developers. FM TwoO can be tuned to any station manually or by seeking through usual FM frequency bands. RDS data is displayed on the main screen of the application as soon as the radio is in playing mode.
FM TwoO decodes and presents the basic data fields: program identification (PI), program service (PS) and Radio Text (RT). In addition to that, FM TwoO also supports the more advanced RT+ Open Data Applications (ODA) (where available). RT+ can carry additional data "services" associated or not with the audio program.

Ulteriori dettagli si possono leggere su questa pagina del sito CRC dove si trovano schemi a blocchi e questo video dimostrativo. Per chi mastica di queste cose vale la pena specificare che FM TwoO può riportare sul display il PI CODE, molto utile per identificare le stazioni quando il segnale è debole e non permette di visualizzare il nome della stazione (PS CODE).


Personalmente non ho un Samsung Galaxy S, ma credo che il mio Smartphone Samsung Corby i5500 possa verosimilmente montare lo stesso chip Si4709 per il quale è stata sviluppata la app. Purtroppo non sono ancora riuscito a scaricarlo dal Market, vi terrò aggiornati. [Aggiunta: niente da fare, l'installazione di FM TwoO ha avuto esiti negativi: il Samsung Corby *non* monta un chip si4709 e il software non è in grado di riconoscere l'hardware residente. Se qualcuno dei miei lettori munito di Galaxy S è in grado di svolgere qualche prova sarei felice di ospitarne il resoconto. Grazie!]